Intervista Illustrata. O
intervista fotografica, visiva, iconica... Video-intervista? Iconintervista?
ImagoIntervista? Mah...
Il concetto è che, mentre di solito le interviste pubblicate su carta contengono una
grande quantità di parole e poche immagini, la rete mi consente di realizzare interviste
in cui la parte del leone la possono fare le immagini, in piena libertà, coadiuvate dalle
parole, quando servono, e dall'imprevedibilità della lettura non sequenziale data dai
link dinamici ipertestuali. In un certo senso io vi porto con me, a visitare casa e studio
dell'autore che intervisto e fotografo, passo passo, mentre parlo con lui. Così voi
vedete quello che io vedo. E, usando foto digitali, posso condividere con voi questa
esperienza senza che dobbiate dotarvi di una connessione Internet fantascientifica! Quando
poi ci saranno nuove connessioni ad altissima velocità, se sarò ancora vivo, mi porterò
appresso una videocamera digitale al posto della macchina fotografica, d'accordo? Resta
inteso che, se volete parlare di quanto vi racconto, potete farlo inviando messaggi qui: afnews@fumetti.org specificando l'intervista di
riferimento. - Gianfranco Goria. |
22 giugno 2000. Inizio questa serie
di "interviste-illustrate" incontrando oggi Vittorio Pavesio (autore di
fumetti, editore di fumetti, titolare di un negozio di fumetti, co-fondatore dell'Anonima
Fumetti...) che conosco ormai dal 1981, anno in cui ci incontrammo per una mostra
collettiva di autori piemontesi (organizzata dal vignettista Dino Aloi) che ci fornì lo
spunto per tentare di mettere in piedi un'associazione di autori... che poi sarebbe
diventata nel 1983 la "prima" Anonima Fumetti e dieci anni più tardi la
"nuova" Anonima Fumetti a livello nazionale che
tutti conoscete.
La scheda biografica di Vittorio Pavesio la potete
leggere qui. Letta? Allora partiamo con l'intervista.
gg. Perché fare fumetti e perché continuare a
farli? Come è cominciato tutto questo?
vp. Beh, dobbiamo partire dal disegno. Prima è nata la passione del disegno e poi... Il
fumetto era una lettura. Poi le cose si sono unite, si è scoperto che comunque chi sa
disegnare, o chi sta cercando di imparare a disegnare, può tentare di raccontare
qualcosa, inventare personaggi, piccole cose... da ragazzino, verso i 13-14 anni. La
scoperta del fumetto inteso come professione risale a quell'epoca. Prima era inteso come
lettura, non ci si immaginava neanche...
gg. Che letture avevi sottomano in quegli anni?
vp. Il classico Topolino, i classici personaggi Disney, e poi, vabbeh, il fatidico Corriere dei
Piccoli/Corriere dei Ragazzi, un bacino enorme di lettura con nomi come Hugo Pratt, Dino Battaglia, Peyo
coi suoi Puffi, Grazia Nidasio
con Valentina Melaverde, Alfredo Castelli
con Gli Aristocratici, Carlo Peroni
con Zio Boris... tutti, tutti c'erano!
gg. Insomma, inizi da ragazzino, come succede a
molti, e per te diventa un lavoro, a differenza di molti...
vp. Sì, a un certo punto... Prima di parlare solo di fumetti si può fare una bella
miscellanea. Perchè la scuola mi aveva portato a fare il grafico pubblicitario e quindi a
disegnare in quell'ambito (anche perchè non c'era scuola per i fumetti). Poi la passione
invece è venuta fuori... Le prime attività erano spinte a far nascere dei personaggi per
i fumetti, a provare a pubblicare qualcosa... Uno dei "fiordi" da conquistare
era la Disney, per cui ci abbiamo provato subito, poi abbiamo cercato di pubblicare
qualcosa di nostro e ci siamo riusciti. Così siamo andati avanti, pian pianino, un passo
dopo l'altro, sempre facendo qualche compromesso con dei lavori che ci facessero
guadagnare qualche soldino (la pubblicità, la grafica, la grafica editoriale), alternando
periodi dedicati più ai fumetti a periodi dedicati di più al resto (per la pagnotta...),
sempre tenendo a mente che l'obiettivo principale era il mestiere del fumetto. Tutta
l'esperienza serve. Anche relazioni pubbliche, viaggi, giri... Fanno parte del bagaglio
normale di un autore di fumetti. Poi le cose sono arrivate al punto di continuare e
arrivare a fare l'autore al cento per cento. E nascono in seguito le attività parallele:
editoria, negozio, Torino Comics... poi è nata l'Anonima Fumetti e la passione si è
intensificata, con intrecci di interessi che si sono moltiplicati ed eccoci qui a fare
l'ennesima intervista sul perchè si finisce a fare fumetti...
(continua nella prossima pagina...
appena terminato lo sboninamento;
le immagini, invece, ci sono già quasi tutte: scorretele e troverete delle
sorprese molto interessanti!)
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