Italian Comics Bloopers on afNEWS

14 mar 99
Kit "braccio fantasma" Carson...
Magnus è stato un eccezionale Autore, noto per la sua incredibile pignoleria. Ma a tutti può capitare di dimenticare qualcosa...
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A pagina 90 del "texone" La Valle del Terrore (speciale Tex n°9 del giugno 1996) , fantastico gioiello realizzato con certosina abilità dal grande Magnus, il braccio di Kit Carson sembra essere rimasto nella boccetta dell'inchiostro di china... La mano guantata tiene saldamente le redini, ma il braccio dov'è?
da Speciale Tex n° 9, giugno 1996, La valle del terrore, sceneggiatura di Claudio Nizzi, disegni di Magnus. Intervento di Silvano Ferrero.

Even a great Artist as Magnus could forget something: the hand of Kit Carson has no arm...



Click sull'immagine per ingrandirla e ammirare... il braccio fantasma.
Gli Shmoo e Don Rosa
The Life & Times of Uncle Scrooge è stato il "pezzo forte" della produzione disneyana di Don Rosa. Ma il titolo stesso sembra celare un ricordo d'infanzia...
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Su Zio Paperone 110 è stata pubblicata una storia di Don Rosa in cui l'autore fa intravedere in un paio di gabbie dello speciale zoo di Zio Paperone, i cartelli relativi a due animali "rari": uno è l'Axolotl, che un lettore della rivista (Maurizio Barbarisi di Firenze) ha identificato nella "forma larvale dell'Ambystoma mexicanum", un anfibio realmente esistente. Nell'altra gabbia era indicato uno "Shmoo". Sul numero 113 sia il lettore che la redazione di Zio Paperone rassegnavano la propria ignoranza rispetto a questo animale misterioso...
Ecco la soluzione. Gli Shmoo sono deliziosi animaletti in grado di soddisfare qualunque necessità degli esseri umani, con gioia pura e inarrestabile. Vuoi mangiare? Ti danno cibo! Vuoi divertirti? Fanno un western meglio di quelli televisivi! E senza pubblicità in mezzo... Li guardi con ara affamata? Muiono per farsi mangiare e prendono il sapore che preferisci. E tutto questo col sorriso sulle labbra! Inoltre si riproducono a una velocità incredibile.
Gli Shmoo furono creati dal geniale cartoonist statunitense Al Capp (1909-1979), quello della famosa striscia Li'l Abner (1935), per evidenziare gli effetti meravigliosamente disastrosi di una creaturina così serviziovole e amabile sul sistema di vita americano: così buoni e utili che nessuno più avrebbe avuto bisogno di lavorare o fare alcunchè e questo avrebbe portato alla dissoluzione del "sistema"... per cui, decise il Governo, dovevano essere eliminati! Ma chi ne avrebbe avuto il coraggio? Non starò qui a raccontare tutta la storia, che, nel 1948, venne raccolta in un primo volume intitolato, guarda caso, "The Life and Times of the Shmoo": ricorda qualcosa? Un importante critico disse che era "una delle più belle creazioni satiriche dal tempi de I Viaggi di Gulliver". Fu un successo enorme. Tanto da sfuggire di mano al suo creatore che fu costretto dal pubblico a riprendere i personaggi una seconda volta in "The return of the Shmoo", nel 1959. Non c'è americano vissuto in quegli anni che non conosca gli Shmoo; neppure Don Rosa, evidentemente. Così come i lettori italiani di Linus alla fine degli anni Sessanta.
Ah, gli Shmoo! Una splendida lettura, che ovviamente Don Rosa non poteva non amare e che consigliamo vivamente anche ai lettori di oggi!
Ma... sfida: Al Capp creò anche un'altra razza di animaletti molto utili all'umanità e per certi versi simili agli Shmoo. Chi si ricorda quale?
da Zio Paperone 110, novembre 1998, Paperino Cacciatore di Coccodrilli (The Crocodile Collector, 1998), sceneggiatura e disegni di Don Rosa. Intervento di Gianfranco Goria.

From a Shmoo in a cage in "Donald Duck The Crocodile Collector", to a child reminiscence of Don Rosa... From The Life & Times of the Shmoo to The Life & Times of Uncle Scrooge...

Click to enlarge. (c) WDC. Art by Don Rosa.
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The Shmoo by Al Capp!
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3 feb 99
Topolino fotografo...
La sfida lanciata il mese scorso ha trovato il suo campione: Maurizio Antonelli di Pinerolo, lettore di Topolino quanto del National Geographic ha colto nel segno! Congratulazioni!
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Ecco la fotografia che avevo usato come ispirazione (e che avevo consegnato al disegnatore) per la storia Indiana Pipps e il Sigillo Vallindo nella sequenza in cui immaginavo che Topolino, guadagnandosi da vivere come fotoreporter, realizzasse un reportage sui tipici treni delle ferrovie Indiane. In effetti nel numero di giungo 1984 del
National Geographic (allora ancora non usciva un'edizione italiana) c'era un bel servizio di Paul Theroux con foto di Steve McCurry. Il mio gioco era pensare che l'autore del servizio fosse proprio Topolino!
da Topolino 2048, Indiana Pipps e il Sigillo Vallindo, sceneggiatura di Gianfranco Goria, disegni di Massimo De Vita. Intervento di Maurizio Antonelli.

Well, mr. Maurizio Antonelli found the source of that page of my Disney story! Good work! The original photo by Steve McCurry from the National Geographic inspired me to imagine Mickey Mouse as the photoreporter doing a reportage on the Indian railways...

Immagine 2 - click to enlarge
photo by Steve McCurry for the National GeographicImmagine 3 - click to enlarge
23 gen 99
Ritratto dal vero

La copertina del vero libro pubblicato nel 1947La copertina del libro nella vignetta di pag.23 Oggi il "caso" lo proponiamo noi.
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Questa volta la curiosità era messa in bella evidenza alla tavola 23 dell'albo dedicato all'Affare Girasole (L'Affaire Tournesol) della classicissima serie Tintin (di Hergé). Per più di mezza tavola (7 vignette su 14, sconfinando oltre la metà) Tintin tiene in mano, girandolo da tutte le parti, un libro dall'inquietante titolo "German Research in World War II" di Leslie E. Simon. Beh, questo libro esiste davvero. Venne scritto dal colonnello Simon come risultato delle ricerche della commissione alleata che aveva il compito di indagare su tutti gli studi scientifici fatti nella Germania nazista di Hitler. Su questo libro Hergé trovò lo spunto per il nucleo della storia, ma non si limitò a questo: in quest'avventura, per la prima e unica volta nell'intera serie, inserì all'interno dei disegni la riproduzione del vero oggetto da cui aveva tratto ispirazione. Il libro è infatti riprodotto esattamente com'era nella realtà, pubblicato nel 1947, a parte una lugubre svastica che era in copertina nell'originale e che invece Hergé decise di censurare. Anche un'illustrazione delle "armi sonore naziste" è ridisegnata minuziosamente identica. ... e la foto nel libro di Simon.
La vignetta sull'albo di Tintin...Abbiamo scovato questa chicca sul sito canadese dedicato a Tintin www.tintin.qc.ca alla pagina grinww2.htm che vi invitiamo a visitare per leggere tutti i dettagli. Tra l'altro guardate come il razzo in copertina assomigli a quello che, anni dopo, Hergé userà per mandare sulla Luna i suoi eroi!...
Dalle avventure di Tintin, L'Affare Girasole, di Hergé. Intervento di Gianfranco Goria.

Hergé used a true book in one of his Tintin adventures. You can find full details at www.tintin.qc.ca page grinww2.htm!

15 gen 99
Teletrasporto...
Argh! Dovevo aspettarmelo! I lettori sono andati a spulciare le mie storie e ora mi tocca fare la "vittima" di turno! (E devo pure accettare di buon grado, ovviamente... Ben mi sta. Così imparo a tirare fuori quest'idea dei "bloopers" fumettistici! Grunf.)
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Come è stato detto nel "blob" precedente, quando c'è una piantina vera (immagine 2), uno si aspetta una storia accuratamente documentata dallo sceneggiatore e altrettanto accuratamente disegnata dal disegnatore. Giusto. Sacrosanto. Non si prendono in giro i lettori, eh! Il treno porta Topolino a Lahore (si vede benissimo nell'immagine 1) dove visita il museo. Ok. Lahore è una città nel Pakistan, lo sanno tutti, vicino al confine con l'India. Allora com'è che, quando Topolino, Indiana Pipps e il professor Boom escono dal museo (immagine 4) accanto a loro si erge un Chorten (uno Stupa Tibetano: è un po' come aver disegnato il Colosseo a Londra, per intenderci)?!? Eccesso di documentazione o teletrasporto?...
da Topolino 2048, Indiana Pipps e il Sigillo Vallindo, sceneggiatura di Gianfranco Goria, disegni di Massimo De Vita. Intervento di Aldo Nascimbeni.

Ah, sì? La mettiamo così? Allora una piccola sfida: chi sa trovare la fotografia che ha ispirato la scena in cui Topolino scatta la foto dal finestrino (immagine 3)? Attendo le vostre mail... Ahà! Fregàti! Voglio proprio vedere, adesso...(Gianfranco Goria)

Yeah, this time the readers got one of MY stories!... Just to say that the artist drew a Chorten (a Tibetan Stupa, in "immagine 4") in Lahore (Pakistan)... Ok, ok. That's right. It's not so hard for me, this time: I'm just the script writer!... But it's true that I gave all the documentation to the artist, along with the very much detailed script; even if I don't remember if I gave him also photographs of chortens... mmmh? But now I ask to the readers: do you know which photograph inspired me to realize the page in "immagine 3"? (Gianfranco Goria)

Immagine 1 - click to enalrge
Immagine 2 - click to enlargeImmagine 3 - click to enlarge
Immagine 4 - click to enlarge
14 gen 99
Mal d'Africa!
I lettori accolgono l'invito... Ecco il primo intervento!
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Non è per pignoleria, ma quando una storia inizia con una cartina geografica vera ci si aspetta una storia avventurosa di ambientazione realistica, anche su Topolino. Invece... glom! Da quando in qua i rally, invece che nei deserti, vengono autorizzati in Africa in mezzo ai Parchi Naturali Protetti? Forse per sfoltire la fauna facendola investire da veicoli che viaggiano a tutta birra? (Avranno speso un capitale in "mazzette"...) Un altro tocco di realismo "alla francese" ce lo regala lo Space Shuttle, con tanto di astronauti, appositamente affittato (in Euro?) dal potente Selvaggio Trophy Staff, solo per fare da ponte radio... Nella Savana selvaggia poi, come tutti sanno, si trovano gli animali: un elefantino grigio-rosa alla Dumbo (scodinzolante?!?) che viaggia da solo. Incredibile! Nei documentari su RAI 3 si vede benissimo (colore a parte) che i cuccioli sono sempre, sempre, sempre, protetti dal branco... Mah. Forse Giorgio Celli si sbaglia. Oh! Che bel villaggio africano! Africano? Ma quelle non sono le casette dei Puffi? Oh... Comunque, per non essere razzisti (il politically correct colpisce ancora) gli africani sono tutti... bianchi e uno ha perfino i capelli lisci! (Ma, detto fra noi, cosa c'è di male ad avere la pelle nera e i capelli ricci? Eh?).
da Topolino 2251, Topolino e il Punto Decisivo, sceneggiatura di Diego Fasano, disegni di Giorgio Cavazzano. Intervento di Silvia Carelli.

Here is the first Italian comics blooper sent by our readers. The story is published in the weekly Topolino #2251, and its code is I-2251-1. A visual critics built with some humor by Silvia Carelli (our reader), showing how sometimes to be "politically correct" means to be involuntarily racists: e.g. in this supposed-realistic (look at the real map) story the africans are depicted white (pink) with straight hair! And a Space Shuttle is used to connect via radio the participants to a car rally. And the car rally is supposed to be played inside the african National protected parks... The baby elephant is strangely alone and looks more like Dumbo than like a real elephant. And the houses in the village... ehm... Well... Not really a realistic adventure, at least for this time, inspite of the carefully drawn maps in it...



Avanti, fate il confronto, sono Tucul di canne o Puffocase?


12 gen 99
Italian Comics Bloopers! (Bloppers? Bllopers? Bloperss?)
ATTENZIONE! Ebbene sì! Lo abbiamo visto fare dai nostri amici francesi, sulla bella rivista BoDoi (www.bodoi.com) e non abbiamo saputo resistere alla tentazione: abbiamo deciso che anche in Italia si può trovare materiale altrettanto divertente. Si tratta di cercare, nei fumetti pubblicati in Italia (dal 1908 a oggi, se vi va), errori madornali, di sceneggiatura, di disegno, di traduzione, copiature pedestri, piccoli plagi, le foto da cui sono tratte certe scene o certi personaggi... presentandoli al pubblico ludibrio, ma con un po' di sano humor. Un'inutile cattivera? Non inutile, anzi. Con il cinema si fa regolarmente e nessuno si lamenta. Sarà uno stimolo ai nostri autori per fare sempre meglio il loro lavoro, semmai. Un modo diverso di fare critica fumettistica, se volete. Senza drammi: sbagliare capita a tutti ed è dimostrato che solo così si impara. L'invito è quindi rivolto a tutti i nostri lettori: potete diventare collaboratori di questa agenzia quotidiana inviandoci per e-mail (solo a anonima5@fumetti.org) gli strafalcioni certificati che trovate, accompagnati dalle immagini relative (in formato gif o jpg) e dalle indicazioni dettagliate che provino il misfatto! Per intenderci su cosa potete mandarci ecco qualche esempio "rubato" bellamente dagli amici di BoDoi (che qui ringraziamo per l'involontario omaggio...). Si apra la caccia e... buon divertimento!

Thanks to you, dear friends of the french magazine BoDoi! Your "pinailleur" page is so good, we'll try to convince our Italian readers to do the same, here, with the Italian comics... To help comics be better done by our creators... and to have some good time, too!

E meno male che i nostri colleghi francesi sono noti per la pignoleria con cui lavorano... I dettagli non sfuggono! Per quale miracolo, allora, le righe della cravatta del signor Cartright cambiano direzione da una vignetta all'altra? (da Guy Lefranc, Le vol du Spirit, di Chaillet e Martin, ed. Dargaud)



"E la mano dello scheletro? Una firma?" "Molto ben disegnata! Così minuziosamente da sembrare copiata da una radiografia!" risponde il commissario... peccato che nessuno gli abbia spiegato che le falangi dei pollici umani sono solo due, non tre... (da Ric Hochet, la main de la mort, di Tibet e Duchateau, ed. Lombard)

Perfino il grande Jacobs "toppava": l'America del Sud è finita a Nord... Deriva dei continenti? (da L'enigme de l'Atlantide, di E.P. Jacobs)



"Quando meno te lo aspetti, c'è l'Anonima Fumetti..."
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