Al Vice Presidente Walter Veltroni:
Torino, 23 agosto 1998
Caro Walter Veltroni,
quando, nel 1996, siamo stati ricevuti a Palazzo Chigi dai tuoi
funzionari, lo scopo della nostra visita era solo di ottenere la
Supervisione e il Controllo, da parte dellIstituzione
Pubblica, sulloperato del Centro
Nazionale del Fumetto istituito dall'Anonima Fumetti (e che conta ora una
serie di Referenti Locali in diverse regioni dItalia e
partnership con gli equivalenti Centri europei), e un incontro
ufficiale con gli Autori Italiani, analogamente a quanto facesti
per i Cantanti, più o meno in quello stesso periodo. In
quelloccasione, invece, purtroppo ciò non fu possibile e i
tuoi funzionari ci consigliarono di "rimboccarci le
maniche" e conquistarci "sul campo" le nostre
medaglie e, per il resto, la discussione finì per limitarsi
riduttivamente al solo nostro progetto di Museo Italiano
del Fumetto, pure
importantissimo per tutti noi.
Poiché il secondo incontro restò sulla stessa linea e non ci venne concesso di tornare sui temi, ben più ampi, del Centro Nazionale del Fumetto (struttura analoga a quella dei nostri partner francesi, belgi e britannici), della Legge a favore delleditoria Italiana a Fumetti per Ragazzi, del Sindacato Italiano del Fumetto eccetera, abbiamo continuato a andare avanti con le nostre sole forze (come peraltro abbiamo sempre fatto, anche prima del 1996, come vedevi tu stesso anche dalle nostre pagine su Internet...) e, pur confrontandoci con svariati ostacoli anche politici, abbiamo portato a compimento o messo in cantiere: il Museo Italiano del Fumetto a Lucca, il Centro Nazionale del Fumetto (sede itinerante, ora a Torino), il Centro Didattico per i Linguaggi della Comunicazione, il Convegno Internazionale "Fumettopolis" patrocinato dal Parlamento Europeo Ufficio per lItalia, lAgenzia Specializzata quotidiana Anonima Fumetti News, una serie di servizi via Internet per professionisti, ricercatori, studenti, appassionati eccetera, svariate altre iniziative (dalla partecipazione calorosa ai festeggiamenti per i cinquantanni di Tex, alladesione alla costituenda Associazione Internazionale dei Musei del Fumetto e della Caricatura, ottenuta dal Centro Nazionale del Fumetto addirittura prima della stessa presentazione del progetto di Museo in Italia, grazie allassidua e fattiva presenza dei nostri esperti ai convegni e ai congressi europei!), la modifica di Legge a favore del Cinema dAnimazione Italiano e Europeo, la preparazione del Sindacato Italiano del Fumetto con la CGIL e una quantità di altre cose che sarebbe troppo lungo elencare qui, ma di cui si è parlato qua e là nel corso di questi due anni, aggiungendole a quelle realizzate negli anni precedenti.
Ora abbiamo deciso di rivolgerci nuovamente a te per affrontare alcuni dei temi che stanno a cuore al "movimento di pensiero" che trova voce nellAnonima Fumetti, lassociazione italiana dei professionisti del fumetto: problemi occupazionali, culturali, didattici, che richiedono interventi Istituzionali e che difficilmente potremmo risolvere solo "rimboccandoci ulteriormente le maniche" o sciorinando altre "medaglie" (che pure non mancano).
Non si può
continuare a lasciare il monopolio di fatto del fumetto per
bambini e ragazzi in mano a multinazionali
dellintrattenimento che non hanno alcun vero interesse
nelleducazione estetica, emotiva, morale e culturale dei
nostri figli.
Non si può continuare a lasciare i lavoratori,
di un settore così altamente produttivo, indifesi e con i propri
diritti regolarmente calpestati.
Non si può essere in Europa con la propria
Letteratura Disegnata per ragazzi completamente azzerata, laddove
i nostri amici di lingua francese, ad esempio, possono vantare
una scelta di qualità tra migliaia di proposte diverse legate
alla propria cultura nazionale.
Il sostegno al Cinema dAnimazione Italiano è stato dato da questo Governo, e la proposta (presentata insieme dalle associazioni di categoria: ASIFA per il cinema danimazione, AIAP per i grafici pubblicitari, Associazione Illustratori per gli illustratori, Anonima Fumetti in rappresentanza dei professionisti del fumetto) ha trovato attenzione in Parlamento. Ora è tempo di intervenire anche a favore della Nona Arte che sta per affrontare lEuropa priva di mezzi e di sostegno interno.
Le multinazionali statunitensi e le editrici giapponesi hanno fatto, negli anni scorsi, piazza pulita della nostra cultura per ragazzi e ora le enormi case editrici europee si apprestano a entrare con forza in Italia (noi stessi abbiamo ricevuto richieste di consulenze e offerte di collaborazione per riportare in Italia il bel fumetto franco/belga, mentre ci sforziamo per converso di portare in Europa i nostri professionisti). Ma noi sappiamo con certezza assoluta di avere Autori in grado di esprimere una nostra, ricca, variegata e antica cultura da offrire ai nostri figli, al resto dEuropa e al Mondo. Purché si possa lavorare alla pari, con pari dignità professionale, con pari retribuzione e diritti, con adeguati strumenti distributivi, con lo stesso sostegno Istituzionale quando ci presentiamo allestero, con gli stessi strumenti di difesa interna eccetera.
Solo a titolo di esempio (in un elenco che può essere solo parziale) citeremo qui le serie a fumetti con personaggi francesi realizzate da autori francesi (i cui diritti, quindi, restano in Francia per essere riutilizzati nel far crescere e migliorare la produzione che, va sottolineato, è anche oggetto di esportazione, mentre abbiamo l'obbligo di ricordare che, invece, la quantitativamente ricca produzione disneyana realizzata da autori italiani, produce diritti che non restano in Italia, ma vanno negli USA, all'Azienda titolare dei personaggi.) e le serie con personaggi italiani realizzate da autori italiani, oggi effettivamente in produzione e disponibili per bambini e ragazzi in Francia e in Italia:
FRANCIA | ANCORA FRANCIA | ITALIA |
|
Achille
Talon Angele et Rene Asterix Barbe Rouge Benoit Brisefer Blueberry Boule & Bill Bruno Brazil Buddy Longway Cartland Chick Bill Clifton Comanche Double M Iznogoud Julie, Claire, Cecile Le Gowap Leonard Les 4x4 Lucky Luke Muriel et Boulon Orion Percevan Philemon Robin Dubois Tandori Thorgal Trent Vasco Victor Sackville XIII
E svariate altre |
E poco più (ci perdonino gli esclusi da questa prima sommaria e veloce lista) |
Nota: le Serie francesi appaiono prima a puntate nelle riviste per bambini e/o ragazzi e poi, in albi cartonati, nelle librerie; | la selezione
qui indicata è limitata, per motivi di spazio, ai soli titoli principali delle sole case editrici più grandi. |
Nota: le serie italiane appaiono in riviste settimanali o mensili e solo raramente vengono ripubblicate in formato libro. La selezione qui indicata, purtroppo, è quasi esaustiva. |
Ciò detto, prima di valutare le richieste di alcuni gruppi di autori italiani che vorrebbero delle manifestazioni di piazza per portare lattenzione su questi problemi, ti chiediamo di nuovo un incontro ufficiale, questa volta con la tua partecipazione, per cercare insieme di avviare un percorso pratico (sul quale abbiamo ovviamente le idee chiare) che dia nuova dignità alla Narrativa Disegnata Italiana per bambini e ragazzi e ai suoi Autori, tenendo conto che, tra laltro, influenza anchessa il prodotto interno lordo, soprattutto quando si produce sapendo di poter esportare.
Grazie per lattenzione e, in attesa della tua convocazione, buon lavoro!
Il Presidente
dell'Anonima Fumetti
Gianfranco Goria
A titolo di esempio alleghiamo i punti dell'Accordo tra il Governo francese e il centro nazionale del fumetto francese (CNBDI), analogo al Centro Nazionale del Fumetto dell'Anonima Fumetti, ma che è nato d'intesa e con l'appoggio del Governo francese fin dall'inizio, mentre il nostro ha dovuto attivarsi privatamente.
I 15 punti predisposti dal Centro Nazionale del Libro e la Delegazione alle Arti Plastiche e che sono alla base dell'accordo rinnovato nel 1996 con il Ministero della Cultura francese a favore dell'editoria fumettistica francese:
Alleghiamo anche La Carta dei Diritti degli Autori di Fumetti, proposta dall'autore statunitense Scott McCloud (autore del saggio Capire il Fumetto - l'Arte Invisibile), con Note dell'Autore:
Per la sopravvivenza e la buona salute dell'arte dei fumetti, riconosciamo che non può, e non deve, essere istituito un unico sistema di commercializzazione nè un unico tipo di accordo tra autore e editore. Tuttavia, il diritto e la dignità degli autori sono ovunque ugualmente vitali. I nostri diritti, così come li percepiamo e intendiamo conservarli sono:
1. Il diritto alla piena proprietà di ciò che compiutamente creiamo. Questo significa copyright e trademark. Il termine "compiutamente creiamo" è aperto al dibattito. E' mia opinione che Siegel e Schuster abbiano compiutamente creato Superman, indipendentemente da quanti stimoli editoriali possano aver ricevuto. Fu una loro idea. Se avessero mantenuto la proprietà di Superman dall'inizio e avessero poi assunto altri per creare storie per il loro personaggio, come ha fatto la DC Comics, questi altri avrebbero assunto molti diritti, ma la proprietà dei personaggi di Jerry e Joenon sarebbe stata uno di questi.
2. Il diritto al pieno controllo sull'esecuzione creativa di ciò che è di nostra proprietà. Senza questo diritto, il primo perde significato. Che differenza farebbe la mia piena proprietà di Zot! (uno dei personaggi creati da McCloud, n.d.r.) se potessi essere costretto, dal capriccio di un editore, a cambiare le sembianze dei miei personaggi, a far risorgere dei mascalzoni, a scrivere lunghi crossover, o anche solo a cambiare un pezzettino di dialogo nella terza tavola di pagina cinque e così facendo distruggessi un messaggio per costruire il quale ho magari lavorato per oltre cento pagine! Nessun cambiamento è tanto importante da non poter essere discusso, ma la parola finale su cosa deve esserci in Zot! è ancora nelle mani del suo creatore e proprietario. Le società che acquisiscono proprietà possedute dal creatore lo fanno assumendosi un certo rischio, ma quando un creatore mercanteggia il proprio controllo sulla propria creazione in cambio di un contratto annuale e un po' di denaro in banca, non soltanto rischia che il proprio messaggio venga prima o poi distorto: ne può essere quasi certo.
3. Il diritto di approvazione sulla riproduzione e il formato delle nostre creazioni. Questo è il cambiamento di parola che suggerisco. In questa circostanza preferisco "approvazione" piuttosto che "pieno controllo" perché è possibile sia per l'editore che per il creatore accordarsi su questioni di base come dimensione, formato, processi di stampa e impaginazione prima ancora che il progetto sia iniziato. Diversamente dalle dispute su testi e disegni, queste sono questioni che possono essere affrontate al momento del contratto. Se, in corso d'opera, un creatore o un editore vuole fare modifiche al formato, allora è necessario un accordo tra le due parti.
4. Il diritto di approvazione dei metodi con cui la nostra creazione viene distribuita. Di nuovo, secondo me, è una questione che riguarda il momento del contratto. Anche questo è stato cambiato da "pieno controllo" e leggermente riformulato per non dare l'impressione che noi pensassimo di avere il diritto di andare dai nostri distributori locali per dire loro come avrebbero dovuto impacchettare le scatole. Questo, come tutti e dodici i diritti, si riferisce principalmente ai rapporti tra autore e editore.
5. Il diritto di libero passaggio nostro e della nostra creazione da e verso gli editori. No, non significa che abbiamo il diritto di rompere i contratti e andarcene quando ci passa per la testa (almeno non è la mia interpretazione). semplicemente significa che, così come gli sceneggiatori e i disegnatori hanno dovuto darsi da fare per ottenere lavoro dalle società, dovrebbe essere vero anche il contrario. Gli autori che desiderano lavorare per più di una società alla volta devono essere liberi da coercizioni di alcun tipo.
6. Il diritto di impiegare consulenza legale in qualsiasi tipo di transazione economica. Non penso ci sia bisogno di spiegazione.
7. Il diritto di proporsi a più di un editore per volta. Ciò che vale per uno vale anche per l'altro. Si basa sullo stesso principio del Numero 5. Aggiungerei che tali "proposte multiple" dovrebbero essere chiaramente indicate come tali.
8. Il diritto al tempestivo pagamento di giuste ed eque quote dei profitti derivati da tutta la nostra opera creativa. Mi sembra evidente di per sé.
9. Il diritto a un pieno e accurato controllo delle entrate e delle uscite relative al nostro lavoro. Questi due articoli si applicano a tutti gli sceneggiatori e i disegnatori, non soltanto ai creatori/proprietari (ciò vale anche per i Numeri 5, 6 e 10). Non sono articoli particolarmente controversi, ma vengono violati - costantemente.
10. Il diritto di ottenere una tempestiva e completa restituzione del nostro lavoro artistico nelle sue condizioni originali. Oggi quest'idea sembra abbastanza tranquilla, ma una volta era la più radicale ed esplosiva che un artista potesse mai suggerire a un editore. Sarà interessante vedere quanti degli altri diritti saranno dati per scontati fra due o tre decadi, come è successo per questo. (Nota per l'Italia: purtroppo qui, oggi, nemmeno questo diritto è scontato, anzi! Una delle più grosse editrici multinazionali operanti in Italia addirittura era solita mettere per iscritto nel contratto che da far firmare agli autori, che gli originali sono e rimangono di proprietà della casa editrice stessa, nonostante perfino la legge sul diritto d'autore sembrerebbe prevedere tutt'altro.)
11. Il diritto al pieno controllo sulla cessione in licenza della nostra proprietà creativa. Di nuovo, questo deriva naturalmente dal primo diritto. La proprietà sarebbe senza significato senza questo tipo di controllo.
12. IL diritto di promuovere e approvare qualunque tipo di promozione di noi stessi e della nostra proprietà creativa. Ho detto abbastanza.
Va notato che, come emerge dall'intervento di McCloud, anche negli Stati Uniti i problemi sono ancora molti, nonostante il "giro ultramiliardario" legato ai comics; inoltre problemi pratici sulla giusta retribuzione dei diritti d'autore ci sono ancora anche in Francia, dove recentemente l'enorme casa editrice Dargaud (un vero colosso della produzione di fumetti per bambini, ragazzi e adulti) ha perso una causa sui diritti di Asterix per non aver pagato agli autori quanto loro spettava dalle vendite all'estero Fatte le debite proporzioni, si può ben immaginare cosa sia questo "territorio inesplorato" in Italia, dove il fumetto, nonostante "muova" ingentissimi capitali direttamente e indirettamente, continua a essere considerato accessorio di scarso rilievo nella nostra economia (forse perché ancora si lascia che buona parte di questi capitali prendano strade che li portano molto lontano dal nostro Paese e sicuramente lontano dai professionisti che contribuiscono a produrli? ).
I concetti di base qui espressi (i 15 punti francesi e i 12 punti statunitensi) furono "fatti propri" dall'Anonima Fumetti e da anni sottoposti al dibattito, all'adeguamento italiano e al confronto tra i professionisti del settore, ma sono da integrare in Italia, ad esempio, con la richiesta di una proposta di legge che, tra l'altro, obblighi gli editori che pubblicano riviste a fumetti per bambini e ragazzi a pubblicare una quota fissa di almeno il 50% di fumetti italiani, creati da autori italiani, realizzati da autori italiani (una norma analoga è applicata da anni in Francia), sia per garantire quote di lavoro ai nostri lavoratori, sia per garantire il riconoscimento al di là di qualsiasi dubbio dei diritti ai professionisti italiani, sia per intervenire direttamente sugli elementi didattici e culturali che devono essere espressi dal fumetto per bambini e ragazzi emergendo dalle nostre vere radici culturali e artistiche.
Riferimenti nel nostro sito Internet per ulteriori approfondimenti: