Topolino Politically Correct, ma non sempre
ovvero: diffidare dei miti

Topolino numero 2144. La storia di apertura (Paperino e le papere del Campidoglio, "soggetto di Gigi Proietti, sceneggiatura di A. Sisti,, disegni di Giorgio Cavazzano") affronta, in modo che dovrebbe essere spiritoso supportato dai bei disegni del grande Cavazzano, un tema che, invece, è scottante, se teniamo conto che siamo nel pieno di una dura vertenza contrattuale dei Metalmeccanici italiani: il diritto di sciopero, le rivendicazioni sindacali, lo stesso diritto di esistere dei sindacati dei lavoratori... Forse chi non ha mai lavorato come dipendente non si è sentito tirato in causa e, distrattamente, può essersi divertito nel sentire frasi come: "... ha ragione !", "I turni sono già massacranti !", "... o recluti altro personale e paghi gli straordinari a tutti... oppure scioperiamo!". Forse non ha neppure colto il peso dell'affermazione della controparte: "Uno sciopero... ?", "Non sentivo simili assurdità dai tempi di Menenio Agrippa!" (Topolino n. 2144, pagina 18). Bè, forse non tutti ricordano il drammatico episodio della rivolta popolare contro i soprusi dei patrizi romani avvenuta nel 494 a.C. (mai dimenticare la storia se non si vuole che si ripeta!), ma certo qualunque lavoratore dipendente ha riconosciuto la terminologia e l'ha potuta sentire propria e viva. Fin qui niente di strano, è normale che il ricco capitalista Zio Paperone cerchi di sfruttare nei modi peggiori i suoi sottoposti, e non ci sarebbe stato nulla di strano neppure se la storia fosse finita male (è capitato talmente tante volte al povero Paperino!); invece, ciò che ha creato reazioni profondamente negative è il fatto che la struttura narrativa e il "messaggio" di questa storia (messaggio che non viene smentito, ma palesemente confermato dal finale stesso), non conducono il lettore (bambino o adulto) a criticare la prevaricazione di Zio Paperone/il Padrone nei confronti di Paperino e gli altri lavoratori in sciopero per giustissimi motivi, ma addirittura rafforzano quel messaggio antisindacale, in quanto ulteriormente convalidato dall'intervento (alla faccia di qualunque principio di solidarietà civile!) delle papere (alle quali, peraltro, viene fatta fare pure la figura delle oche starnazzanti...)!
Sciocchezze? Sono "solo" fumetti? E' solo una piccola, ingenua, gaffe?
Noi lo sappiamo molto bene: i fumetti tutto sono tranne che sciocchezze. E come aggravante c'è il veicolo del messaggio anti-solidale: la simpatica faccetta dell'amato Zio Paperone e quella sorridente di Paperina. C'è bisogno di riproporre per l'ennesima volta i commenti scientifici di psicologi, pedagoghi e semiologi per ricordare che, una volta mitizzato, un personaggio come questo, al quale per anni abbiamo attribuito una intrinseca valenza positiva (a torto o a ragione), diventa un potentissimo "strumento di comunicazione profonda istintiva" ?
I fumetti non sono né sacri né ridicoli: quando è il caso vanno presi molto sul serio. Se una storia con questi stessi contenuti fosse stata pubblicata su una rivista politicamente schierata, non ci sarebbe stato niente di male: il diritto di opinione è garantito dalla nostra Costituzione (esattamente come il diritto Sindacale). Ma qui si tratta di una rivista per bambini. LA rivista per bambini in Italia! Quella i cui contenuti sono "garantiti" dal marchio Disney, che nell'immaginario collettivo significa "cosa buona e giusta" (indipendentemente dal fatto che ciò sia vero o falso). Allora la responsabilità di quello che si dice (peggio: di quello che si mette in bocca a dei "personaggi-mito" supinamente e irrazionalmente accettati come tali) diventa gigantesca. Mostruosamente grande. Da non prendere, mai, assolutamente, sotto gamba.