-Natale triste e malinconico del fumetto italiano... |
Qui a fianco una foto storica. Un giovanissimo Rinaldo Traini,
nel 1975, consegna il premio del Salone
Internazionale di Angoulême (quello che oggi è il Festival più importante
d'Europa e non solo) per la migliore casa editrice francese a Etienne Robial della
Futuropolis. Era il secondo anno della manifestazione francese e alle spalle del Traini si
intravede l'altrettanto giovane Claudio Bertieri (ben noto grande esperto
di fumetto et al.). Non a caso la giuria di Angoulême
aveva queste significative presenze italiane: il salone era, in qualche modo,
"figlio" di quello che da qualche anno aveva luogo a Lucca (nato nel 1965 a
Bordighera, quindi spostato a Lucca e poi trasferito a Roma all'interno di Expocartoon) e delle persone che,
dopo averlo lanciato come il primo al mondo, lo avrebbero portato al successo
internazionale. Ahinoi, che nostalgia...
Purtroppo le notizie sul "caso" Comic Art (di cui abbiamo
parlato nelle news precedenti) continuano ad arrivare e sono spiacevoli conferme di quanto
vi avevamo anticipato. I testi che vi riportiamo sono modificati in alcune parti per non
consentire il riconoscimento dei mittenti (che ci hanno chiesto l'anonimato). Le cifre del
debito lasciato dall'editrice variano a seconda di chi ce le segnala da 4 a 10 miliardi,
quindi non sono per ora molto attendibili, così come la destinazione finale di Traini
varia, a seconda di chi ne parla, da Cuba al Brasile, dall'Umbria a San Marino... Intanto
i "licenziati" hanno ricevuto una lettera col benservito, ma non gli ultimi due
stipendi, la tredicesima e la liquidazione...
e-Mail 1: -omissis- ... sono, inutile dirlo, uno dei poveri impiegati della Comic Art che passeranno, come ben dici sul sito dell'Anonima, un triste natale... Che posso dirti, tutto ciò che hai scritto è vero, la Comic Art Publishing e Expocartoon sono state messe in liquidazione e i Sig.ri Traini sono, fino ad oggi, irreperibili, i numeri di telefono della casa e di cellulare non sono più attivi e, a quanto pare, anche il figlio, Ugo Traini, si fa negare al telefono se lo chiamano gli ex dipendenti di papà. Che dire, la situazione è veramente triste -omissis- soprattutto quelli regolarmente assunti con tanto di contratto. Una bella schifezza, cui si va ad aggiungere anche una grossa beffa, dal momento che il Sig. Traini ci disse il giorno 28 Novembre che ci avrebbe concesso dieci giorni di vacanza per tornare a lavoro "riposati e caricati" per usare le testuali parole del patron Traini.
e-Mail 2: -omissis- ... sembra la trama di un Diabolik di altri tempi. A fine Expocartoon Rinaldo Traini ha chiesto ai suoi collaboratori di farsi una vacanza di una settimana, per riordinare un po di cose in seno allazienda. E invece ha preso armi, bagagli, lincasso dellExpocartoon, i suoi tre bypass e se nè andato in Brasile. Preparava il colpo da più di un anno: ha posticipato i pagamenti dei suoi fornitori a fine anno, e altre piccole cosine che col senno di poi vanno a completare il puzzle di un Grande Piano. -omissis- ... il 3 dicembre in Comic Art già cerano tante cose strane. Innanzitutto erano sparite le centinaia di libri rari. I meravigliosi originali di Pratt, pieni di polvere, non erano più al suo posto. Le formine della macchinetta del caffè erano finite. -omissis- ... la signora Nanda Traini mi dice Vieni, che ti devo fare un assegno SENZA che glielo ricordassi. Le dico che non sono riuscito a chiacchierare con Scarpa allExpo, e lei: Eh, Scarpa con tutti gli acciacchi che ha, ha fatto proprio bene ad andarsene a Malaga. Poi faccio il giro consueto dei saluti alle giovani fanciulle che lavorano là. Quando torno alla stanza del Grande Capo, la Nanda mi saluta con affetto, Rinaldo si alza per stringermi la mano. Penso tra me e me: Mi sa che ci siamo, se so rotti le palle e stavolta ce vogliono andà sul serio in pensione. E invece no. Hanno scelto un modo per uscire di scena alla Traini.
Noi possiamo solo aggiungere, giusto per fare del colore locale, che Rinaldo Traini, nel congedarsi da noi all'inizio della conferenza di presentazione del Sindacato Italiano Lavoratori del Fumetto (SILF/SLC/CGIL), ci disse, salutandoci con grande calore: "Mi fermerei davvero molto volentieri con voi, ma devo scappare!"... Quella che pubblichiamo qui è l'ultima foto scattata all'editore proprio in quell'occasione. Ci farebbe piacere ricevere almeno una sua rassicurante e-mail (non importa da dove) con una spiegazione di questa sparizione che, vista oggi, sembra proprio una fuga ben organizzata.
Purtroppo non è tutto. Questo Natale 2000 sembra debba vedere anche l'inizio della procedura di fallimento per la casa editrice bolognese Phoenix di Daniele Brolli (tutto regolare, intendiamoci, qui non c'è alcuna "sparizione" dell'editore, anzi). Si è parlato per decenni di "crisi del fumetto in Italia": questo duemila sembra darcene, infine, una visione molto concreta, ma che speriamo non passi il limite.
Crisis in Italy. The publishing house Comic Art closes and also the publishing house Phoenix seems to go bankrupt...