PRESENTAZIONE NAZIONALE DI DAMPYR

 

Sabato 8 aprile ore 17.00. Intervengono: Mauro Boselli, Maurizio Colombo, Nicola Genzianella e Alessandro Baggi

 

 

Un noir horror d’azione moderno. Con questa formula Mauro Boselli definisce il suo nuovo personaggio, ovvero Dampyr, l’ultimo nato in casa Bonelli. Come è palese dal titolo siamo di fronte a una nuova riproposizione del mito del vampiro. Ma più che Dracula di Bram Stoker o Intervista con il vampiro in Dampyr troveremo atmosfere degne di Carpenter e del filone cinematografico del gotico texiano. Secondo la tradizione del folklore slavo il dampyr è il figlio di un vampiro e di una donna umana. Come Blade, fumetto minore trasformato in un inguardabile film, dove gli effetti speciali non salvavano la banalità della trama. Ma l’analogia finisce qui, perché Dampyr promette ben altro spessore e c’è da scommettere che due autori, Mauro Boselli e Maurizio Colombo, vi riverseranno tutta la loro passione per il genere fantastico ed orrorifico.

Il protagonista della serie è Harlan Drakar, un dampyr, cinico,  disincantato e dotato di poteri particolari. Insieme al mercenario Kurjak e alla vampira Tesla danno la caccia ai Maestri, vampiri un po’ particolari che non temono l’aglio, nè le croci nè la luce del sole. «I protagonisti del fumetto-spiega Boselli-sono un gruppo di eroi vagabondi. Hanno una sede a Praga, città magica per eccellenza, dalla quale si spostano nei Balcani e nelle città mitteleuropee. Troveremo la Transilvania, ma quella vera. I deserti della Namibia. Oppure la Louisiana, terra di zombi, ma anche di rockers maledetti, come il leggendario complesso dei Lynyrd Skynyrd». 

Cosa differenzierà Dampyr da Dylan Dog?

Dampyr sarà chiaramente una serie horror, ma di impianto realistico e non surreale. Non sarà un fumetto politicamente corretto. I nostri personaggi,bevono, fumano e sparano. Non ci sarà una spalla comica, anche se non mancherà un elemento ironico come nella migliore tradizione del cinema e del fumetto americano. Per il resto ci sarà poco da ridere avendo a che fare con nemici che non sono solo i vampiri, ma i signori della guerra, i capimafia e i politici corrotti.

Infatti il primo episodio di Dampyr è ambientato nel bel mezzo di una guerra balcanica. Quali sono le fonti di ispirazione del vostro lavoro?

Essendo Dampyr un fumetto horror, ma al tempo stesso  avventuroso, abbiamo cercato di fondere la narrativa gotica e spettrale con il moderno cinema d’azione, per esempio quello di John Woo. Per la fisionomia del protagonista ci siamo ispirati all’attore Ralph Fiennes, quello di Strange Days. La colonna sonora ideale potrebbe essere data dal rock, ma anche dalle musiche serbe e macedoni di Goran Bregovic o ancora i Tamburi del Bronx. Però non dimenticherei le ghost story’s di Poe e Lovercraft, Anne Rice e in ambito fumettistico Preatcher e Sandman. Ma anche le poesie di Boris Vian e il teatro della Fura dels baus.

 

Emanuele Rebuffini