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Comics / Nasce il Silf Cgil Una sigla sindacale per i lavoratori del
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Comics / Nasce il
Silf Cgil |
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Una sigla
sindacale per i lavoratori del fumetto |
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di Davide
Orecchio |
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Arriva una nuova sigla nel
vasto e assai variegato universo sindacale: il Silf (Sindacato
italiano lavoratori del fumetto e della comunicazione visiva),
affiliato all’Slc Cgil. Rappresenterà i fumettisti e, con loro,
tutte le professioni che attengono al mondo dei comics (soggettisti,
sceneggiatori, coloristi, letteristi, revisori, editor ecc.). È il
primo e unico sindacato al mondo per questa categoria. Negli Stati
Uniti, un tentativo analogo finì parecchi anni fa in malo modo: nel
’67 i dipendenti della Dc Comics (la casa editrice americana di
Batman e Superman) provarono a sindacalizzarsi. Risultato: furono
tutti licenziati.
L’iniziativa concepita in seno alla Cgil
sembra nascere decisamente sotto migliori auspici. Non è stato
affatto difficile far salpare la nave: è bastato che, poco più di un
anno fa, s’incontrassero le persone giuste. Prendete Gianfranco
Goria (sceneggiatore di "strisce" per la Disney, ma anche
sindacalista di lungo corso nella Fisac) e fategli conoscere un
segretario generale della Cgil (Sergio Cofferati) che abbia insieme
cognizione e passione per il mondo del fumetto. Le premesse sono
sufficienti: loro si vedono, discutono, fanno programmi e il
progetto diventa realtà.
Lo scorso 8 aprile il Silf (il cui
presidente, Grazia Nidasio, è una firma storica del fumetto
italiano) è stato presentato ufficialmente a Torino, presso la
Camera del Lavoro. Assieme a Goria (segretario nazionale del neonato
sindacato), c’erano Marco Cattaneo (dirigente nazionale con funzioni
organizzative), Cofferati e Carmelo Caravella, della segreteria
nazionale Slc. La sua ambizione è quella di arrivare a rappresentare
dai 3 mila ai 5 mila iscritti. Il suo obiettivo: difendere diritti
"ancora troppo opachi". "Nel mondo dei comics – osserva Cattaneo –
vigono ben poche regole certe. Se proprio vogliono essere cattivi,
gli editori possono dare molti grattacapi ai creatori delle storie
che pubblicano".
Cartoonia, insomma, è una vera giungla, e
non solo per i suoi personaggi. "Per la nostra categoria – spiega
Goria – il punto di partenza fondamentale è l’integrazione della
legge sul diritto d’autore. Una normativa chiara e tutelante, ma con
un piccolo problema: non cita mai esplicitamente il fumetto. Così
accade che gli editori possano permettersi d’ignorarla". I punti da
chiarire non sono pochi: "Molte case editrici pagano i diritti
d’autore soltanto ai creatori dei personaggi. Non a chi scrive le
storie, né a chi poi le disegna. Basta pensare a tutte le "strisce"
che si pubblicano in Italia, pur essendo originate all’estero
(soprattutto negli Stati Uniti), ai personaggi e alle trame che i
nostri autori sviluppano nel tempo senza che sia riconosciuta loro
alcuna paternità, per capire che non è una questione da poco".
L’integrazione alla legge per gli operatori del settore, comunque,
non è lontana: al momento, è al vaglio della commissione Cultura,
scienza e istruzione del Parlamento. "Si tratta in realtà di pochi,
scrupolosi articoli – spiega ancora Cattaneo – che preciseranno il
testo di legge precedente, garantendone l’applicazione anche al
mondo del fumetto".
I problemi per il settore, tuttavia, non
si esauriscono qui. "Altrettanto grave – incalza Cattaneo – è il
modo del tutto arbitrario con cui gli editori dispongono delle
tavole originali, che per ogni autore rappresentano l’equivalente di
un fondo pensione, la sua garanzia per il futuro. Questi lavori,
invece, troppo spesso vengono sottopagati". Insomma, i fumettisti
scontano tutti i limiti di una categoria precaria e non tutelata:
incorrono nelle difficoltà peculiari dei lavoratori atipici, operano
in un ambiente che regola i rapporti di lavoro con accordi
individuali ("veri e propri patti leonini"), variano contratto e
status fiscale nel corso dell’anno e non godono di trattamenti
previdenziali. "La prospettiva – sostiene Cattaneo – è quella
d’ottenere un giorno garanzie analoghe a quelle di altri settori: un
contratto e una previdenza di categoria".
La nascita del Silf
(che ha già un suo statuto, presentato pubblicamente il 5 febbraio
scorso) suscita aspettative anche al di là dei confini del nostro
paese, dato che quello del fumetto è un mercato europeo a tutti gli
effetti. Molti autori italiani collaborano con editori stranieri:
soprattutto francesi e belgi (paesi, questi, in cui i creatori di
comics sono più tutelati che altrove). Il tutto, però, in assenza di
normative.
(da Rassegna Sindacale, n. 15, 18 aprile
2000) | |
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