Gianfranco Goria è il presidente
dell’Anonima Fumetti, associazione nazionale (con sede a Torino),
che raccoglie autori e editori del mondo del fumetto. Una delle
migliori persone che possa capitare di incontrare nel litigioso e
talvolta mediocre universo subalpino dei comics. Ma anche il
responsabile di fumetti.org, il più bel sito che possiate desiderare
se siete appassionati di ‘nuvole parlanti’.
Cominciamo dal sito dell’Anomina Fumetti, www.fumetti.org,
pluripremiato e stra-visitato. Qual è il vostro
segreto?
Ma, il solito direi: una grande passione, la
conseguente voglia di lavorare sodo e offrire dei servizi alla gente
senza secondi fini, una sufficiente competenza sia informatica sia
fumettistica. Il sito nasce nel 1995, avendo alle spalle la mia
esperienza di informatico per la CGIL a partire dal 1980 e un
periodo (dal 1993) in cui abbiamo utilizzato un sistema di BBS
(bulletin board system) usando un accoppiatore acustico (quegli
aggeggi lentissimi che si montavano direttamente sulla cornetta del
telefono) e un collegamento diretto al computer, prima che Internet
arrivasse in Italia.
Preistoria, ma molto utile. Il know-how
messo insieme in venti anni di esperienza informatica e di
telecomunicazioni, insieme a oltre trent’anni di esperienza nel
campo del fumetto e della comunicazione visiva, hanno reso possibile
la creazione di una base su Internet solida e apprezzata. Aver
superato, a gennaio, la soglia delle 2.120.000 impression al mese ne
è stata la conferma più evidente. Ovviamente questo richiede che io
dedichi almeno quattro ore al giorno (ma spesso sono molte di più)
alla gestione del sito e dell’agenzia di informazione quotidiana
afNews (miscelando continuamente e senza soluzione di continuità
competenze informatiche, giornalistiche e fumettistiche), oltre agli
interventi occasionali di diversi altri collaboratori, tutti
volontari come me. Il limite, che però spero potremo infrangere,
prima o poi, sta proprio nel fatto che, in pratica, è una sola
persona a tenere in piedi, gratis, tutto
fumetti.org...
Finalmente anche il più importante editore italiano di fumetti,
Sergio Bonelli, ha un suo sito ufficiale. E mi pare fatto
decisamente bene...
In effetti si è anche meritato il premio afNews
International Internet Award 2001 (www.fumetti.org/aiia), indetto dalla nostra
agenzia di informazioni sul mondo del fumetto ‘afNews’. La giuria lo
ha posto in cima alla lista della categoria ‘siti di una casa
editrice o dedicati a una casa editrice italiana’. Hanno aspettato
molto ad aprire quel sito, e forse ha inciso anche la dichiarata
scarsa disposizione d’animo del buon Bonelli nei confronti della
tecnologia. Un atto di coraggio, il suo, nell’accettare questo
passo, peraltro inevitabile e molto atteso dai suoi affezionati
lettori. L’impianto del sito è decisamente buono, come dovrebbe
esserlo qualunque sito aziendale, e gode di uno spirito di fondo che
i visitatori appassionati apprezzeranno. Penso che si arricchirà
costantemente di tutto quello che un fan di Tex o Dylan
Dog vorrebbe trovare nel sito dell’editore:
biografie,
schede, archivi, anticipazioni, disegni, sceneggiature, curiosità e
la possibilità di interloquire direttamente con gli autori. Il tutto
condito da una grafica che tenga conto dell’immaginario
fumettistico.
Navigando tra i numerosi siti dedicati ai comics, su cosa
consiglieresti di soffermarsi?
Quelli segnalati dalla
giuria del premio AIIA 2001 (su www.fumetti.org/aiia) sono tutti altamente
meritevoli di essere visitati e v’incoraggio a farlo subito. Certo
tanti altri che lì non appaiono, per ovvi limiti dovuti alla immane
quantità di siti nel web, meritano di essere visti. Fare una
ulteriore selezione da parte mia vuol dire solo assecondare i miei
gusti personali, per quel che valgono. Comunque... a me piacciono in
particolare http://www.urbicande.be/, splendidamente
architettonico e fascinoso sito degli autori belgi Peeters e
Schuiten (i creatori della serie Le Città Oscure);
www.thecomicsreader.com/html/icst/icst.html di
Scott Mc Cloud, dove l’autore continua il discorso iniziato su carta
nel suo eccezionale saggio Reinventare il Fumetto, applicando
in concreto i suoi suggerimenti circa le possibilità espressive del
web fumettistico; e blake.citeweb.net, perché sono un fan della
storica serie delle avventure di Blake e
Mortimer...
Veniamo alla vexata quaestio: il rapporto tra Internet
e il fumetto. È un matrimonio che conviene?
Non mi
dilungo su questo argomento perchè, molto meglio di me, lo ha
espresso con la consueta lucidità Scott Mc Cloud in Reinventare
il Fumetto. Mi limito a evidenziare il fatto, quasi banale, che
il fumetto ha una sua intrinseca elasticità che gli consente di
adeguarsi incredibilmente a qualunque supporto, dalla carta al
monitor, dai muri ai bit. Dire che conviene... non so. Diciamo che è
un rapporto inevitabile. E non per scelta, ma proprio perché chi fa
fumetti non può resistere alla tentazione di applicare il linguaggio
a qualunque situazione, a qualunque strumento, a qualunque medium.
Schuiten e Peeters (i belgi di cui ho parlato) ne sono un esempio
forte: loro hanno sperimentato il linguaggio del fumetto nel cinema,
in teatro, nelle scenografie, in ogni tipo di apparato multimediale
e ogni volta con successo.
Si dice che attraverso
Internet molti autori che non riescono a farsi pubblicare possono
comunque far conoscere la loro opera: ma in questo caso si può
ancora parlare di fumetto, visto che viene meno il supporto
cartaceo?
Le speculazioni intellettuali di molti
sedicenti ‘critici di fumetto’ su cosa veramente sia il fumetto e
quali debbano essere le caratteristiche che lo contraddistinguono,
si sprecano e sono, probabilmente, altrettanto inutili. Nonché
tipiche di chi non ha mai ‘fatto’ un fumetto. Per me, il linguaggio
del fumetto è cosa diversa dal supporto fisico (o virtuale)
attraverso il quale si esprime. Il supporto sicuramente condiziona
l’opera, è evidente, ma non riguarda la sua natura. Il fumetto,
nella mia pratica di sceneggiatore, è anzitutto una esperienza
mentale, un linguaggio della mente. Per questo è in grado di
adeguarsi a molti supporti diversi e non ha mai paura della novità o
della tecnologia; anzi, le sfrutta per cercare nuove vie espressive.
E fin qui non ha ancora raggiunto i propri limiti... posto che siano
diversi dai limiti dell’essere umano in sé.
Ci sono disegnatori che fanno un uso più o meno marcato del
computer, in particolare per la colorazione, senza che ciò snaturi
la loro opera. Altra cosa invece sono i fumetti in 3 D (penso ai
lavori di Luca Tarlazzi, a Shinka...). In questo caso non siamo di
fronte a un ibrido, a un qualcosa che non è più fumetto, ma
piuttosto un videogioco ‘statico’?
Shinka rappresenta
sicuramente una esperienza particolare, che, partendo da un CDrom è
solo recentemente diventato anche un fumetto (su carta, per giunta).
Tuttavia è proprio la sua ‘staticità’ che ne evidenzia la natura
fumettistica. Il fumetto (almeno com’è adesso, nella maggior parte
dei casi, fra dieci anni dovremo probabilmente aggiornare le nostre
analisi e le definizioni) usa il segno statico per esprimere
narrazione, movimento, emozione, dinamicità ecc. Il cinema è, ad
oggi, lo strumento principe nel raccontare usando la massima
simulazione possibile della realtà (attraverso la simulazione del
movimento e del sonoro, che non sono per niente ‘reali’, a ben
vedere). Ma non posso evitare di dire "ad oggi", perché il mutamento
(e l’unione delle diversità), per fortuna, è continuo e, spero,
inarrestabile. È la base dell’evoluzione. Il fumetto non è che una
delle tante forme di espressione degli esseri umani. L’evoluzione ci
regala sempre nuove possibilità espressive da aggiungere alle altre
(non da sostituire, si badi bene) aumentando il nostro eccezionale
bagaglio. Non mi sento di segnare precisi confini tra una forma e
l’altra, anche perché io stesso aspiro a una qualche futura ‘teoria
unificata’ dell’espressione umana, un po’, nel mio piccolo, come il
grande Einstein cercava (e con lui tutti i fisici teorici) una
‘teoria unificata’, che desse un senso a tutti gli aspetti, oggi
ancora apparentemente contrastanti, della fisica di questo universo.
Per ora mi godo quello che arriva, ed è sempre affascinante. Le
sottili distinzioni le lascio ai ‘professori’ che spesso non sanno
neppure bene di cosa stiano parlando. Gli autori sono meno
interessati, in fondo, a separare un’arte o una possibilità tecnica
dall’altra, quanto a sperimentarle tutte per trovare il modo
migliore di esprimere quel che hanno dentro.
Per
finire, qualche consiglio per la lettura?
I due saggi di
Scott Mc Cloud (Capire il Fumetto e Reinventare il
Fumetto), per capire e andare avanti; Corto Maltese, per vivere nel mondo dell’avventura
senza limiti; i classici (e ognuno ha i suoi... da Tex a
Tintin, da topi e paperi all’Uomo Mascherato), per
rivivere le grandi emozioni delle prime letture e non perdere il
meglio di sé; tutto quello che di nuovo esce (senza inutili
distinzioni), almeno una volta, per vedere se arriva una nuova
grande emozione. Per quanto mi riguarda, io consiglio di leggere
almeno una avventura di Tintin, tipo Tintin in Tibet,
e una di Blake e Mortimer, tipo La Grande Piramide,
per saggiare lo stile dei maestri francofoni di un tempo; almeno una
di Asterix (di quelle scritte ancora dall’eccezionale
sceneggiatore Goscinny) e una di Spirou (di Franquin, tra
quelle vecchie, e di Tome & Janry, tra quelle attuali); il
geniale Krazy Kat di Harriman e la lievità del Little
Nemo di Mc Cay; la poesia di Calvin & Hobbes di
Watterson; tutto Carl Barks (i suoi paperi sono unici) e Romano
Scarpa (i suoi topi sono davvero emozionanti). Senza dimenticare
Lupo Alberto e Rat-Man. E poi... se avete altre dieci
pagine a disposizione, posso continuare...
Dieci pagine
forse no
Beh, allora il resto lo trovate su http://www.fumetti.org/ e www.fumetti.org/afnews