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Aggiornato sabato 29 dicembre 2001
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 fumetti
Navigando tra le nuvole parlanti
 
Gianfranco Goria è il presidente dell’Anonima Fumetti, associazione nazionale (con sede a Torino), che raccoglie autori e editori del mondo del fumetto. Una delle migliori persone che possa capitare di incontrare nel litigioso e talvolta mediocre universo subalpino dei comics. Ma anche il responsabile di fumetti.org, il più bel sito che possiate desiderare se siete appassionati di ‘nuvole parlanti’.

Cominciamo dal sito dell’Anomina Fumetti, www.fumetti.org, pluripremiato e stra-visitato. Qual è il vostro segreto?

Ma, il solito direi: una grande passione, la conseguente voglia di lavorare sodo e offrire dei servizi alla gente senza secondi fini, una sufficiente competenza sia informatica sia fumettistica. Il sito nasce nel 1995, avendo alle spalle la mia esperienza di informatico per la CGIL a partire dal 1980 e un periodo (dal 1993) in cui abbiamo utilizzato un sistema di BBS (bulletin board system) usando un accoppiatore acustico (quegli aggeggi lentissimi che si montavano direttamente sulla cornetta del telefono) e un collegamento diretto al computer, prima che Internet arrivasse in Italia.
Preistoria, ma molto utile. Il know-how messo insieme in venti anni di esperienza informatica e di telecomunicazioni, insieme a oltre trent’anni di esperienza nel campo del fumetto e della comunicazione visiva, hanno reso possibile la creazione di una base su Internet solida e apprezzata. Aver superato, a gennaio, la soglia delle 2.120.000 impression al mese ne è stata la conferma più evidente. Ovviamente questo richiede che io dedichi almeno quattro ore al giorno (ma spesso sono molte di più) alla gestione del sito e dell’agenzia di informazione quotidiana afNews (miscelando continuamente e senza soluzione di continuità competenze informatiche, giornalistiche e fumettistiche), oltre agli interventi occasionali di diversi altri collaboratori, tutti volontari come me. Il limite, che però spero potremo infrangere, prima o poi, sta proprio nel fatto che, in pratica, è una sola persona a tenere in piedi, gratis, tutto fumetti.org...

Finalmente anche il più importante editore italiano di fumetti, Sergio Bonelli, ha un suo sito ufficiale. E mi pare fatto decisamente bene...

In effetti si è anche meritato il premio afNews International Internet Award 2001 (www.fumetti.org/aiia), indetto dalla nostra agenzia di informazioni sul mondo del fumetto ‘afNews’. La giuria lo ha posto in cima alla lista della categoria ‘siti di una casa editrice o dedicati a una casa editrice italiana’. Hanno aspettato molto ad aprire quel sito, e forse ha inciso anche la dichiarata scarsa disposizione d’animo del buon Bonelli nei confronti della tecnologia. Un atto di coraggio, il suo, nell’accettare questo passo, peraltro inevitabile e molto atteso dai suoi affezionati lettori. L’impianto del sito è decisamente buono, come dovrebbe esserlo qualunque sito aziendale, e gode di uno spirito di fondo che i visitatori appassionati apprezzeranno. Penso che si arricchirà costantemente di tutto quello che un fan di Tex o Dylan Dog vorrebbe trovare nel sito dell’editore:
biografie, schede, archivi, anticipazioni, disegni, sceneggiature, curiosità e la possibilità di interloquire direttamente con gli autori. Il tutto condito da una grafica che tenga conto dell’immaginario fumettistico.

Navigando tra i numerosi siti dedicati ai comics, su cosa consiglieresti di soffermarsi?

Quelli segnalati dalla giuria del premio AIIA 2001 (su www.fumetti.org/aiia) sono tutti altamente meritevoli di essere visitati e v’incoraggio a farlo subito. Certo tanti altri che lì non appaiono, per ovvi limiti dovuti alla immane quantità di siti nel web, meritano di essere visti. Fare una ulteriore selezione da parte mia vuol dire solo assecondare i miei gusti personali, per quel che valgono. Comunque... a me piacciono in particolare http://www.urbicande.be/, splendidamente architettonico e fascinoso sito degli autori belgi Peeters e Schuiten (i creatori della serie Le Città Oscure);
www.thecomicsreader.com/html/icst/icst.html di Scott Mc Cloud, dove l’autore continua il discorso iniziato su carta nel suo eccezionale saggio Reinventare il Fumetto, applicando in concreto i suoi suggerimenti circa le possibilità espressive del web fumettistico; e blake.citeweb.net, perché sono un fan della storica serie delle avventure di Blake e Mortimer...

Veniamo alla vexata quaestio: il rapporto tra Internet e il fumetto. È un matrimonio che conviene?

Non mi dilungo su questo argomento perchè, molto meglio di me, lo ha espresso con la consueta lucidità Scott Mc Cloud in Reinventare il Fumetto. Mi limito a evidenziare il fatto, quasi banale, che il fumetto ha una sua intrinseca elasticità che gli consente di adeguarsi incredibilmente a qualunque supporto, dalla carta al monitor, dai muri ai bit. Dire che conviene... non so. Diciamo che è un rapporto inevitabile. E non per scelta, ma proprio perché chi fa fumetti non può resistere alla tentazione di applicare il linguaggio a qualunque situazione, a qualunque strumento, a qualunque medium. Schuiten e Peeters (i belgi di cui ho parlato) ne sono un esempio forte: loro hanno sperimentato il linguaggio del fumetto nel cinema, in teatro, nelle scenografie, in ogni tipo di apparato multimediale e ogni volta con successo.


Si dice che attraverso Internet molti autori che non riescono a farsi pubblicare possono comunque far conoscere la loro opera: ma in questo caso si può ancora parlare di fumetto, visto che viene meno il supporto cartaceo?

Le speculazioni intellettuali di molti sedicenti ‘critici di fumetto’ su cosa veramente sia il fumetto e quali debbano essere le caratteristiche che lo contraddistinguono, si sprecano e sono, probabilmente, altrettanto inutili. Nonché tipiche di chi non ha mai ‘fatto’ un fumetto. Per me, il linguaggio del fumetto è cosa diversa dal supporto fisico (o virtuale) attraverso il quale si esprime. Il supporto sicuramente condiziona l’opera, è evidente, ma non riguarda la sua natura. Il fumetto, nella mia pratica di sceneggiatore, è anzitutto una esperienza mentale, un linguaggio della mente. Per questo è in grado di adeguarsi a molti supporti diversi e non ha mai paura della novità o della tecnologia; anzi, le sfrutta per cercare nuove vie espressive. E fin qui non ha ancora raggiunto i propri limiti... posto che siano diversi dai limiti dell’essere umano in sé.

Ci sono disegnatori che fanno un uso più o meno marcato del computer, in particolare per la colorazione, senza che ciò snaturi la loro opera. Altra cosa invece sono i fumetti in 3 D (penso ai lavori di Luca Tarlazzi, a Shinka...). In questo caso non siamo di fronte a un ibrido, a un qualcosa che non è più fumetto, ma piuttosto un videogioco ‘statico’?

Shinka rappresenta sicuramente una esperienza particolare, che, partendo da un CDrom è solo recentemente diventato anche un fumetto (su carta, per giunta). Tuttavia è proprio la sua ‘staticità’ che ne evidenzia la natura fumettistica. Il fumetto (almeno com’è adesso, nella maggior parte dei casi, fra dieci anni dovremo probabilmente aggiornare le nostre analisi e le definizioni) usa il segno statico per esprimere narrazione, movimento, emozione, dinamicità ecc. Il cinema è, ad oggi, lo strumento principe nel raccontare usando la massima simulazione possibile della realtà (attraverso la simulazione del movimento e del sonoro, che non sono per niente ‘reali’, a ben vedere). Ma non posso evitare di dire "ad oggi", perché il mutamento (e l’unione delle diversità), per fortuna, è continuo e, spero, inarrestabile. È la base dell’evoluzione. Il fumetto non è che una delle tante forme di espressione degli esseri umani. L’evoluzione ci regala sempre nuove possibilità espressive da aggiungere alle altre (non da sostituire, si badi bene) aumentando il nostro eccezionale bagaglio. Non mi sento di segnare precisi confini tra una forma e l’altra, anche perché io stesso aspiro a una qualche futura ‘teoria unificata’ dell’espressione umana, un po’, nel mio piccolo, come il grande Einstein cercava (e con lui tutti i fisici teorici) una ‘teoria unificata’, che desse un senso a tutti gli aspetti, oggi ancora apparentemente contrastanti, della fisica di questo universo. Per ora mi godo quello che arriva, ed è sempre affascinante. Le sottili distinzioni le lascio ai ‘professori’ che spesso non sanno neppure bene di cosa stiano parlando. Gli autori sono meno interessati, in fondo, a separare un’arte o una possibilità tecnica dall’altra, quanto a sperimentarle tutte per trovare il modo migliore di esprimere quel che hanno dentro.


Per finire, qualche consiglio per la lettura?

I due saggi di Scott Mc Cloud (Capire il Fumetto e Reinventare il Fumetto), per capire e andare avanti; Corto Maltese, per vivere nel mondo dell’avventura senza limiti; i classici (e ognuno ha i suoi... da Tex a Tintin, da topi e paperi all’Uomo Mascherato), per rivivere le grandi emozioni delle prime letture e non perdere il meglio di sé; tutto quello che di nuovo esce (senza inutili distinzioni), almeno una volta, per vedere se arriva una nuova grande emozione. Per quanto mi riguarda, io consiglio di leggere almeno una avventura di Tintin, tipo Tintin in Tibet, e una di Blake e Mortimer, tipo La Grande Piramide, per saggiare lo stile dei maestri francofoni di un tempo; almeno una di Asterix (di quelle scritte ancora dall’eccezionale sceneggiatore Goscinny) e una di Spirou (di Franquin, tra quelle vecchie, e di Tome & Janry, tra quelle attuali); il geniale Krazy Kat di Harriman e la lievità del Little Nemo di Mc Cay; la poesia di Calvin & Hobbes di Watterson; tutto Carl Barks (i suoi paperi sono unici) e Romano Scarpa (i suoi topi sono davvero emozionanti). Senza dimenticare Lupo Alberto e Rat-Man. E poi... se avete altre dieci pagine a disposizione, posso continuare...

Dieci pagine forse no

Beh, allora il resto lo trovate su http://www.fumetti.org/ e www.fumetti.org/afnews

 
 
Emanuele Rebuffini 16 MAGGIO 2001
 
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