Nona Arte...
chi era costei?
Da qualche anno, ormai, uno dei termini usati per
indicare il fumetto è "nona arte". Suona bene. Ci dà decisamente
soddisfazione... Sul fatto che il fumetto possa essere arte, inutile discutere tanto è
ovvio, ma perché "nona"?
Rifacendoci per pigrizia alla nostra pagina su
Internet nel sito fumetti.org (in cui
raccogliemmo parte degli interventi della tavola rotonda su Letteratura Scritta e
Letteratura Disegnata che organizzammo per il Salone del Libro di Torino
nel 1998) e aderendo a
quanto scrisse Thierry Groensteen (direttore
del Museo del Centro Nazionale del Fumetto francese CNBDI,
a cui rimandiamo per i dettagli su questa vicenda), per la Nona Arte si
può parlare di storia di una "denominazione d'origine non controllata". Il
tutto parte dalla "codifica" delle "belle arti". Si tratta,
ovviamente, di una codifica assolutamente convenzionale e arbitraria, come andiamo a
vedere. Confermiamo quindi che il sistema delle Belle Arti, in rapporto al quale il
fumetto rivendica il nono posto, non è certo assoluto o universalmente accettato. Tutto
nasce da "un'invenzione linguistico-teorica" (come usava in quei tempi
eccezionalmente creativi) del poeta italiano Ricciotto Canudo, noto anche
per aver fondato nel 1920 il "Club des Amis du Septième Art"
(uno dei primi cineclub di Parigi). Un poco più tardi apparve la "Gazzette des sept
arts", che, nel secondo numero datato
25 gennaio 1923, ospitò il Manifesto delle Sette Arti in cui Canudo,
d'annunzianamente riformula la teoria da lui stesso inventata di sana pianta (e che
poneva, in prima battuta, il Cinema come sesta arte). Questa postula lesistenza di
due arti fondatrici: lArchitettura e la Musica,
scoperte dalluomo primitivo fabbricando la sua prima capanna e danzandovi attorno
(per la gioia) per la prima volta col solo accompagnamento della voce e ritmando con colpi
dei piedi sul terreno. La Pittura e la Scultura nacquero
poi come declinazioni dellArchitettura; la Poesia e la Danza
come prolungamenti della Musica. E Canudo concluse con questa bella volata: "Oggi, il
cerchio in movimento dellestetica si chiude infine trionfalmente con questa fusione
totale delle arti citate: il Cinematografo". E siamo a sette. Per
andare oltre si attende Claude Beylie, che, ci racconta Groensteen, fu il
primo a proporre il termine Nona Arte nel secondo di una serie di cinque articoli
pubblicati da gennaio a settembre nel 1964 in "Lettres et médecins" sotto il
titolo "Il fumetto è unarte?" Lottavo posto, secondo lui, spettava
alla radio-televisione (che probabilmente non chiedeva tanto...). Poco
dopo debuttò su Spirou la rubrica "Cronache della nona arte" in cui Morris
(il creatore di Lucky Luke) e Pierre Vankeer
presentavano i classici - soprattutto americani - del fumetto. ... Infine, nel dicembre
1971, apparve presso Christian Bourgois il libro-manifesto di Francis Lacassin
"Per una nona arte, il fumetto". E significativo che Lacassin, allora
titolare di un corso sulla storia e lestetica del fumetto alla Sorbonne, non avesse
creduto necessario giustificare o spiegare lappellativo di Nona Arte:
nelleuforia di un proselitismo fumettistico al quale niente sembrava opporsi, lo
considerò senza dubbio come definitivamente accettato. E Groensteen, Intitolando Nona
Arte la rivista del CNBDI, scrisse "non intendiamo militare per la generalizzazione
di una terminologia, che non avrà mai altra legittimazione se non quella delluso
stesso; noi postuliamo semplicemente lesistenza del fumetto come un fatto artistico
incontestabile."
Ecco il testo di Canudo precedente alla riformulazione della sua "futuristica"
teoria...
1911 - Ricciotto Canudo - LA NASCITA DI UNA SESTA ARTE - I - È
sorprendente constatare come i popoli della terra, per fatalità o per telepatia
universale, abbiano avuto tutti la stessa concezione estetica dell'ambiente naturale. Dal
più antico popolo d'Oriente a quello scoperto più recentemente dai nostri eroi
geografici, presso tutti i popoli possiamo rilevare le stesse manifestazioni del senso
estetico: la Musica, con il suo complemento, la Poesia; e l'Architettura, con i suoi due
complementi, la Scultura e la Pittura. In queste cinque espressioni dell'Arte, si è
sviluppata tutta la vita estetica del mondo. Certamente, una sesta espressione d'arte ci
sembra oggi assurda, e persino impensabile; da migliaia di anni infatti nessun popolo è
stato in grado di concepirla. Ma noi assistiamo alla nascita di questa sesta arte. Una
simile affermazione in un'ora crepuscolare come la nostra, ancora mal definita, incerta,
come ogni epoca di transizione, ripugna alla nostra mentalità scientifica. Noi viviamo
fra due crepuscoli; quello della sera di un mondo e quello dell'alba di un altro. E la
luce del crepuscolo è vaga e i contorni di tutte le parvenze sono confusi; soltanto occhi
esercitati dalla volontà di scoprire i segni invisibili e originari degli esseri e delle
cose possono orientarsi in mezzo alla visione offuscata dell'anima mundi. Tuttavia
la sesta arte s'impone allo spirito inquieto e scrutatore. Ed essa sarà la superba
conciliazione dei Ritmi dello Spazio (le Arti Plastiche) e dei Ritmi del Tempo (Musica e
Poesia). - II - Il Teatro ha realizzato finora questa conciliazione. Ma in
modo effimero, poiché i caratteri plastici del teatro s'identificano con quelli degli
attori, e di conseguenza sono sempre diversi. La nuova espressione d'Arte dovrebbe essere
in realtà più precisamente una Pittura e una Scultura sviluppantisi nel tempo,
alla maniera della Musica e dalla Poesia, che si realizzano ritmando l'aria. per la durata
della loro esecuzione. [...] Una serie successiva di quadri, cioè di certi stati d'animo
degli esseri e delle cose, riuniti in un fatto, è senza dubbio la vita. Ogni minuto che
passa compone, decompone, trasforma davanti ai nostri occhi un numero incalcolabile di
quadri. Con il suo successo il Cinematografo li fissa e può riprodurli all'infinito.
Fissandoli compie l'atto che era riservato alla pittura, o a quella copia debole e
nient'altro che meccanica della pittura, che è la fotografia. Presentando una successione
dl gesti, di attitudini, di raffigurazioni, come la vita reale che trasporta il quadro
dallo spazio, in cui si mostrava immobile e durevole, nel tempo, in cui appare e subito si
trasforma, il Cinematografo ci induce a prevedere ciò che potrebbe diventare se un'idea
direttrice, veramente valida, coordinasse i quadri che esso svolge secondo la linea ideale
e profondamente significativa di un principio estetico centrale. Possiamo perciò pensare
alla creazione di un'Arte plastica in movimento, la sesta arte. Chi avrebbe potuto farlo
prima d'oggi? Nessuno, poiché l'evoluzione spirituale degli uomini non era ancora giunta
a provare un così forte desiderio di conciliazione fra la Scienza e l'Arte per la
complessa rappresentazione della vita totale. Il Cinematografo rinnova di giorno in giorno
sempre più vigorosamente, la promessa di tale grande conciliazione non solo fra la
Scienza e l'Arte, ma fra i Ritmi del Tempo ed i Ritmi dello Spazio. (da Leggere il
cinema, a cura di Alberto Barbera e Roberto Turigliatto,
Mondadori, Milano, 1978, pagg.13-24)
Cartoon?...
Cartone? Eh, sì.
"Cartoon" è un
termine inglese che indicava uno "schizzo", un disegno preparatorio, un
bozzetto, un progetto di un'opera d'arte; il disegno preparatorio (per un affresco, o per
un mosaico) veniva tradizionalmente realizzato su un cartone... Non è
quindi casuale il passaggio linguistico tra "cartone" e "cartoon" e
segna un preciso rapporto con la storia dell'arte e la sua tecnica. La definizione
riportata da The Penguin English Dictionary del 1974 era "full-scale drawing for a
fresco, mosaic, mural panting etc.; humorous drawing in a newspaper offering satirical
commentary on current events by the use of caricature; film made from drawings not from
life". A quanto pare, assunse la connotazione che oggi gli si attribuisce grazie alla
didascalia "cartoon n. 1" scritta sotto lo schizzo satirico di John Leech
"Substance and Shadow", pubblicato nella storica rivista inglese Punch
nel 1843. La ripetuta (e peraltro corretta, non vi pare?) associazione di questo termine
ai disegni satirici (generalmente schizzati in forma di bozzetto) ha contribuito a fissare
nel tempo un nuovo significato a questa parola. Così vanno le cose, nella vita...
Bibliografia.
Se volete leggere l'originale di Canudo... eccolo qui: LUSINE
AUX IMAGES - Ricciotto Canudo - Textes réunis, présentés et annotés par
Jean-Paul Morel, avec la participation de Giovanni Dotoli.
Ricciotto Canudo (1877-1923), poète, romancier, essayiste, philosophe, critique d'art,
critique littéraire, musicologue, scénariste, fut le premier grand critique et
théoricien du cinéma qu'il baptisa dès 1919 et pour la postérité le "septième
art". Arrivé à Paris en 1921, Canudo fut l'un des principaux animateurs de
l'avant-garde artistique. Canudo a très tôt parié sur le cinéma et n'a cessé de
militer pour sa reconnaissance, créant le premier Ciné-Club et la prestigieuse revue La
Gazette des Sept Arts. L'Usine aux images réunit pour la première fois
l'intégrale des articles de celui dont Guillaume Apollinaire disait : "Celui qui
voit le premier".
384 pages - 17,5 x 21 cm - photographies en noir et blanc - 195 F - Octobre 95 - Coédition
ARTE Editions et les Editions Séguier.