di Leonardo Gori ©
Mister Barks, che impressione ha avuto dellItalia?
Straordinaria. Sono colpito da tutto quello che vedo.
Ha mai pensato di ambientare una storia di Paperino in Toscana, magari a Firenze?
Se ne avessi occasione farei certamente qualcosa del genere. Parlerei della storia di Firenze, che è ricchissima. Ho sempre realizzato storie basandomi su informazioni, da libri o da altre fonti. Procurandomi la documentazione necessaria, potrei sicuramente farlo, anzi, lo vorrei proprio.
Cosa pensa dell'Europa come "luogo mitico", ispiratore di storie, ora che lha visitata?
Credo che tutti i miti siano nati in Europa. Del resto, basta guardarsi attorno per trovare ovunque testimonianze di questi miti. Qui a Milano, come a Firenze.
Le piacciono i disegnatori italiani di Paperino e di Topolino?
Per quanto ho visto, mi sembrano davvero i migliori del mondo. Non ricordo di aver mai letto nessuna storia italiana in traduzione inglese, ma i disegni mi piacciono davvero molto.
Giorgio Cavazzano ha fatto una storia con lei come protagonista, su "Topolino".
Si, lho vista, ero davvero molto buffo!
Chi è per lei Paperino? E l'uomo americano della middle class o un tipo diverso?
Per me è l'americano perfettamente normale, che proprio per questo ha un sacco di problemi.
Però Paperino è anche un personaggio universale...
Si, ha ragione, è l'uomo che si può trovare ovunque. Se prendessimo Paperopoli e la spostassimo da qualsiasi parte del mondo, Paperino funzionerebbe ugualmente.
Lo si può definire un cittadino del mondo?
Sì, mi piace questa definizione. Ho creato Paperopoli negli USA. In realtà mi sono accorto solo successivamente che c'era una Paperopoli in Italia, una in Germania, una in Norvegia, e così via. Paperino e il suo mondo sono diventati davvero un patrimonio universale.
Dove ha preso l'idea per Amelia, la fattucchiera che ammalia, che vive alle falde del Vesuvio? Forse da Sophia Loren, che ha proprio i suoi occhi?
In parecchi film disneyani ci sono delle streghe. Ho deciso perciò di inserirne una nelle mie storie. Ho pensato di creare Amelia facendone un personaggio accattivante, bello, al contrario delle streghe tradizionali che erano tutte vecchie e brutte. Per creare Magica de Spell confermo di essermi ispirato a Sophia Loren, ma soprattutto a Morticia Addams, della Famiglia Addams pubblicata sul "New Yorker".
Da Morticia ho preso soprattutto i lunghi capelli neri. Ne è venuta fiori una singolare combinazione con Sophia, una una via di mezzo tra la "maggiorata" e la strega tradizionale. In quella mia possibile storia ambientata in Toscana e a Firenze, di cui parlavamo prima, inserirei sicuramente Amelia, che legherebbe benissimo al contesto. Amelia è un personaggio veramente italiano. Ha molto a che fare con la realtà italiana...
So che ha scritto una storia nuova di Paperino. Siamo tutti ansiosi di leggerla.
E' già in produzione, uscirà a settembre. E una storia di Zio Paperone di ventiquattro pagine. E' una caccia al tesoro: il vecchio Papero vuol ritrovare l'originale del Cavallo di Troia, ma durante tutta la ricerca - che si conclude felicemente - i Bassotti lo seguono di nascosto, ascoltando tutto quello che dice. Così vengono a sapere esattamente quando porterà il cavallo nel deposito. Il seguito è a sorpresa... E' una storia classica, una caccia al tesoro tradizionale. Il titolo è Horsing Around With Hystory. La storia è stata fatta in collaborazione con William Van Horn, che ha curato i disegni.
Floyd Gottfredson, lautore più "classico" delle storie di Topolino, ha influenzato in qualche modo il suo lavoro?
Adoravo Floyd, adoravo il suo lavoro. Credo che abbia avuto una grande influenza non solo su di me, ma su tutti gli altri autori disneyani di comic books. Era lui il padre di Topolino...
Gottfredson era stato a sua volta influenzato, per quanto riguarda il disegno, da George Herriman, lautore di Krazy Kat.
Ammiravo molto il disegno "pazzo" di Herriman. Però le sue erano opere completamente diverse da quelle che facevamo noi. Le sue storie non mi piacevano un granchè.
Parliamo un po degli indimenticabili comprimari di Paperino. Ciccio, per esempio, è stato il primo personaggio che lei ha creato per l'animazione, quando faceva parte dello Story Department, alla Disney.
No, non l'ho creato io.
Diciamo che le è piaciuto molto lavorare su Ciccio, ricreandone la personalità.
Sì, anche se non l'ho inventato io. Il creatore era Harry Reeves, il direttore del reparto sceneggiature quando ero alla Disney. All'inizio si chiamava il Cugino Gus. Mi piaceva come personaggio perché faceva diventare pazzo Paperino, con la sua mania sfrenata per il cibo. In realtà l'ho usato una sola volta nell'animazione. L'ho ripreso poi nei fumetti, con Nonna Papera...
Ciccio può essere, in qualche modo, ispirato a Oliver Hardy della coppia Stanlio e Ollio?
Effettivamente ci sono delle somiglianze fra Ciccio e Oliver Hardy, sia a livello di stazza che per la voracità, e per una sorta di cocciutaggine nel perseguire un unico obiettivo, il cibo. Ho inserito Gus Goose nel mio nuovo dipinto, Surprise party, memory party, che celebra i sessant'anni di Paperino. Ci ho messo anche Meo Porcello, la chiatta con il Clan dei fannulloni, e altre memorie del passato. Ho impiegato cinque mesi a dipingere il mio ultimo olio. Non lavoro ad un ritmo molto veloce, mi prendo tutto il tempo di cui ho bisogno, e sulla tavola ci metto tutti i dettagli possibili.
Ricorda qualche episodio in particolare di quando lavorava alla Western Publishing, leditrice dei suoi fumetti con Paperino?
Non ricordo nulla di particolarmente significativo. Ogni tanto andavo negli uffici a consegnare le tavole, e a prendere gli assegni...
Gli editors esercitavano qualche tipo di controllo sulla sua attività?
Molto poco controllo. Solo un paio di volte hanno fatto dei cambiamenti sulle mie storie. Ma non hanno mai usato la frusta con me, mi hanno lasciato sempre abbastanza libero.
Nel tratteggiare le personalità di Qui Quo e Qua, i nipotini di Paperino, si è forse ispirato ai nipoti del Fortunello di F. B. Hopper?
No, no. I personaggi sono stati creati nel reparto sceneggiature dello studio Disney. Cominciammo a lavorare ad uno storyboard in cui i tre nipotini di Paperino andavano a fargli visita. Al Taliaferro prese i personaggi e li trasferì nelle comic strips, i fumetti pubblicati sui quotidiani. Gli storyboards venivano realizzati sei o sette mesi prima che il film apparisse sullo schermo. Per questa ragione la versione a fumetti apparve prima che al Cinema.
Interviene Bill Grandey, lagente di Barks: "Bisognerebbe notare che Roy Disney (il "fratello saggio" di Walt) accreditava proprio Barks come creatore delle personalità di Qui, Quo eQua per il cortometraggio desordio Donald's Nephews. Anche Dana Coty partecipò alla creazione del trio."
Sì.Coty non lavorava nella stessa nostra unità, ma effettivamente ricordo che contribuì alla creazione dei nipotini, e credo che sia stato lui a dare loro i nomi.
Quanto crede che la sua esperienza di sceneggiatore Disney, per lanimazione, abbia influenzato il suo lavoro nei comics?
I miei sette anni come "interno" alla Disney mi sono stati sicuramente utili nel momento in cui ho cominciato a sceneggiare storie per i comics, anche se lo specifico dei fumetti è diverso da quello dell'animazione.
Sappiamo che, nelle sue storie, Zio Paperone decide di nominare i nipotini suoi eredi universali. Perché proprio loro e non Paperino, o qualcun altro pennuto del parentado?
Perchè sono gli unici, nella famiglia dei paperi, che sembrano avere la testa a posto, come si capisce anche dalle storie che li vedono protagonisti nelle vesti scoutistiche di "Giovani Marmotte". Sono loro le persone più "quadrate" della famiglia. Paperino non è assolutamente affidabile, Gastone è un fanfarone senza cervello. Ecco perché Zio Paperone decide di lasciare tutto il suo denaro a Qui, Quo e Qua.
Che consiglio darebbe ad un giovane autore che intende accostarsi ai paperi?
Gli direi, innanzitutto: leggi le storie dei paperi che vengono prodotte ora, poi quelle che sono state realizzate in passato. E poi cerca di trovare un tuo modo di sceneggiare - o di disegnare - che possibilmente non somigli a nessuno di quelli già sperimentati. Sii oiginale.
Grazie, Mister Barks, e arrivederci.