Jason Lutes, Giara di stolti
pp.152, £.20.000
Sono
rimasto semplicemente incantato da questo romanzo a fumetti. Ho scoperto un
autore capace di raccontare con maestria le vicende di un gruppo di persone ai
margini della società, che annaspano nell’esistenza e cercano di aggrapparsi
disperatamente gli uni agli altri per trovare un qualche conforto.
Lutes
guarda i suoi personaggi, individui sfiduciati, con malinconica delicatezza e
partecipazione: in questo si dissocia, a mio immodesto parere, dalla
“dissezione gelida delle psicologie e dei rapporti tra i personaggi” di Chester
Brown, una delle fonti dichiarate dall’autore stesso.
Sono
quattro le figure principali di quest’intensa opera: Ernie Weiss, illusionista
fallito ed ossessionato dalla morte del fratello; il suo anziano mentore Al
Flosso; Esther, l’ex-fidanzata di Ernie; il truffatore Nathan Lender, che sogna
un futuro migliore per la figlia.
I
protagonisti delle vicende si muovono incerti alla ricerca di una via d’uscita,
ma in sottofondo si avverte un senso di alienazione, sottolineato dalla
continua interferenza nel racconto di sequenze oniriche, o meglio incubiche,
che distorcono inaspettatamente la percezione del reale.
Le
matite sono evidentemente influenzate dal fumetto europeo, mutuando la pulizia
del tratto e l’attenzione ai dettagli dalla ligne
claire francobelga: Lutes è in possesso di una misura felicissima nell’uso
del bianco e nero.
Posso
solo consigliare caldamente l’acquisto
di questo romanzo a fumetti, come di altre opere della Black Velvet, una
piccola casa editrice, molto attenta al mercato indipendente, che ha annunciato
la prossima pubblicazione di “Liquido amniotico”: complesso one-shot del duo
Moore-Campbell, editi recentemente anche dalla Magic Press.