Comics, Out of the Ghetto!

26 Maggio 1997
A Utopia Magazine (e agli altri amici e colleghi):
A seguito della vostra richiesta di interventi sollecitati dall'intervento di Donna Barr (notissima autrice statunitense a cui potete anche scrivere direttamente) che è qui a fianco (e di cui trovate la traduzione in italiano presso Utopia) vi scrivo.
Purtroppo sono di corsa tra un impegno e l'altro (i lavori del Centro Nazionale del Fumetto e per tutto il resto fervono...), ma qualche breve considerazione la voglio già fare, in attesa di continuare con con voi con interventi sistematici:
1 - mi ha telefonato l'amico Vittorio Giardino (uno dei nostri artisti più apprezzati e premiati in Europa) perchè aveva sentito un giornalista della Radio RAI tradurre un'intervista a un editore francese al Salone del Libro di Torino saltando a piè pari tutto il pezzo riguardante la BD (il fumetto) e sostituendolo arbitrariamente con la (non citata) "multimedialità". Mi ha anche detto (ridendoci su per non piangere, direi) che era appena tornato dal giro Francia-Belgio-Svizzera di presentazione del suo ultimo libro (il secondo volume di Jonas Fink) dove tutti i giornalisti (stampa, radio e TV nazionali) gli hanno fatto precise domande SUL libro, che tutti avevano letto; qui, le rare volte che accade, gli chiedono come mai, sapendo scrivere, non faccia dei libri invece che dei fumetti...
2- l'altra sera ho partecipato ad una trasmissione tv della RAI condotta da un certo Zecchi... che non ha perso l'occasione di dire che "la gente dovrebbe leggere più libri, altro che fumetti!", suscitando la mia replica feroce in diretta... Stasera devo partecipare ad un'altra, sempre in RAI e non so cosa aspettarmi. Nonostante l'arte degli autori e il nostro lavoro culturale, esiste ancora una enorme fascia di ignoranza profonda su cosa sia veramente il fumetto, e c'è l'arroganza del potere (televisivo) che deve essere contrastata da noi stessi con azioni precise e puntuali.
3- il Salone del Libro di Torino (la più grossa kermesse italiana del settore) anche quest'anno ha isolato gli stand fumettistici in una sorta di "ghetto", tutti insieme (impedendo di fatto la possibilità di stimolare alla lettura un pubblico diverso), quasi che i libri siano una cosa e i fumetti un'altra... Anche quest'anno la direzione del salone riceverà i nostri strali, ma è evidente la necessità di un'azione "politica".
4- non sarà giunto il momento per una manifestazione di piazza? Questo ci hanno chiesto parecchi colleghi autori. Parecchi. E non sarebbe la prima volta nel mondo, come sapete: USA e Francia hanno già visto i nostri colleghi armati di matite e disegni. Il lavoro dei fumettisti è molto amato, lo sappiamo, ma ufficialmente è scarsamente considerato (e mi trattengo con i termini...). Ogni tanto, è vero, qualche autore "gode" dello spot televisivo, ma la cosa assomiglia tanto alla partecipazione di un clown per "alleggerire" qualche trasmissione pesante... E' insopportabile vedere considerato un intero linguaggio sulla base di preconcetti e ignoranza. E' come se il Cinema venisse valutato solo sulla base dei film di Pierino, o la letteratura sulla base dei tascabili usa-e-getta.
Fin qui gli autori errano rimasti isolati e quindi vittime ignare. Ora non è più così. Ora siamo pronti a lottare in modo organizzato, se necessario. Se non basta l'arte profusa nel nostro lavoro, o la quantità di attività culturale (e sociale) che facciamo, dovremmo pensare a costruire il futuro di nuvoe generazioni di artisti creativi con gli stessi metodi che hanno portato tra l'ottocento e il novecento alla costituzione del Sindacati dei lavoratori.
Che ne dite?
Gianfranco Goria

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An open letter to the industry:
This year, I am not going to attend the San Diego Comicon International.
As a protest.
First of all, I wish to thank the Comicon for recognizing my work within the industry by presenting me with an Inkpot Award for 1996. I was thrilled and touched, and am fully aware of how much it meant. My gratitude for this gesture remains.
But, not to disregard the respect I have for my colleagues in the field, and the appreciation for their struggles in these very difficult times -- in fact, with a clear view of it -- I am still not going to attend.
The San Diego Comicon continues to be a show about keeping this artform on the children's product shelves, but out of the libraries, bookstores and schools. It makes no attempt, in its programming or advertising, to treat the drawn book as the important form of literature which it has the potential to become. This in a time when the practitioners of this literature needs to look outside its older markets, into every other place where books are eagerly welcomed, and by all readers.
I have already protested to Friends of Lulu, of which I am a member, that we are limiting ourselves, in only attending to the needs of drawn books within one small, insular market. We need to treat our what we do as literature, and all its forms as BOOKS.
The San Diego Comicon has made a step in the right direction, by sponsoring the Alternative Press Exhibit. This show is attended by "authors" -- those of us who write, draw and own our books (I insist upon this term for those of us who own copyright, to extend to us the protection of The First Amendment, especially in the areas of censorship and taxation). The authors who attend this show are aware of the prose book market, its needs and problems, and are working to make the jump into that world. At the same time, we are grateful to the Comicon for having taken over the organization of this smaller, but ultimately -- for the future of drawn books -- more important show.
Because we need to triage our time, I suggest that we join and devote ourselves -- as I have -- to those organizations which which deal with the overall print market. We should be members of the National Writers Union and the Graphic Artists Guild. These are organizations which are devoted to the promotion of all forms of art and literature, and of the rights of the writers and artists in their ranks.
I'm serious -- in fact, I'm one of the Seattle Delegates to the June, 1997 National Writers Union Delegates Assembly (AFL/CIO, UAW). Before Roberta Gregory ("Naughty Bits," "Winging It") and I joined the NWU, they'd never thought of us as authors. I will take the opportunity to not only promote the rights and needs of prose authors, but especially of those of us in our field.
I'll come back to the Comicon when it includes editors from the New York Times Review of Books, The Washington Post, and Publisher's Weekly. I'll return when the panels discuss the needs of the libraries and book stores, and the questions which are now being raised about the ridiculous and destructive bookstore return policy. I'll serve on those panels, when they stop talking about whether "All Fantasy is Tolkien," and begin to discuss the "Origins of Fantastical Literature Around The World."
(A late development: There WILL be one panel this year at San Diego, about comic books that make a social statement, with Will Eisner and Sergio Aragones. I was invited to appear on this panel, and it is the only thing that makes me regret that I'm not going to be there this year.)
My best wishes to all of you, and all of your efforts -- but I only have so much time and health. I need to use it to push drawn books into the world outside the old "comic book" market (and, among other things, publish The Desert Peach myself. I shall be writing my letters to the National Writers Union newsletter, and shall be attending shows like the Seattle Bookfest -- that is devoted to ALL literature, and ALL authors.
And which had an attendance of 20,000 people its first year.
Very sincerely, Donna Barr
Author of The Desert Peach and STINZ, among others.