Comunicato stampa

 

Mostra dedicata all’editoria fumettistica nell’ambito di “Bologna 2000”

 

UNDERGROUND: EUROPA CHIAMA AMERICA.

 

Bologna, spazio espositivo Salara, dal 6 aprile all’1 maggio 2001

 

Mai come negli ultimi anni, perlomeno dai lontani anni Sessanta, si è verificato un risveglio dell’editoria indipendente, con proposte ricche e variegate, con formule editoriali fantasiose e inedite. Il cosiddetto “underground” che caratterizzava una editoria a fumetti (e non solo) capace di sfidare le regole del mainstream oggi sembra risorgere. In America, Europa, perfino Asia (in Giappone, il corpus di un’editoria tradizionalmente legata alla grande produzione di massa  viene percorso dall’elettricità delle riviste indipendenti di avanguardia riscuotendo un certo interesse internazionale, parliamo di Garo o delle più recenti produzioni di Ax).

Ma anche in Europa la fiamma dell’editoria indipendente pare soffiare più forte che in passato. Favorita senza dubbio dalla nascita di una catena di librerie specializzate pronte a ospitare il fumetto di oggi con le sue nuove strutture narrative a lungo respiro. Nasce il romanzo a fumetti, o “graphic novel” come lo chiamano gli americani. E nasce quindi una diversa attenzione al fumetto, la possibilità di raccontare in maniera differente, di giungere al diario, al romanzo autobiografico, al reportage, al racconto quotidiano e via dicendo. Diverse sfaccettature che ampliano la dimensione narrativa e che riportano il libro a fumetti all’attenzione di un pubblico non solamente adolescente.

 

In America e Canada la situazione si è arricchita, negli ultimi quindici anni di produzioni che fanno capo a due piccoli e agguerritissimi poli editoriali, Fantagraphics e Drawn & Quarterly. Queste due realtà sono state capaci di alimentare una vera e propria generazione di autori cresciuti sulle pagine di Raw Magazine (edita dal premio Pulitzer Art Spiegelman, l’autore di Maus) rendendoli accessibili a un pubblico desideroso di racconti e personaggi diversi dai soliti eroi americani.  Senza quasi accorgercene siamo arrivati a una elaborazione di racconti preziosi e sofisticatissimi, che in breve hanno conquistato un posto di prestigio nel panorama internazionale. Cambiati i tempi sono mutate anche le tecniche di distribuzione, non più la pionieristica diffusione “a mano” all’uscita della metropolitana. Oggi esistono catene, come la Diamond,  specializzate in questo genere di materiali. Parallelamente anche in Europa, forse stimolati da questo fermento oppure anche seguendo il filo di una ispirazione reale sono sorte realtà capaci di colmare le lacune di un mercato sin troppo stagnante. Incoraggiate anche dal fatto che in Spagna El Vibora e in Grecia Babel resistevano dagli anni Ottanta.

Nascono quindi delle realtà nuove: L’association in Francia propone il lavoro di autori che trovavano difficile inserimento nelle strutture editoriali preesistenti. Sono autori che diventano editori, e la nostra storia editoriale recente è fitta di questi esempi. Poi subito dopo fioriscono Cornelius, Amok, Mosquito, Vertige e numerosissimi altri. Gli autori europei scoprono che è possibile pensare al racconto in maniera meno convenzionale di quanto non invitino a fare le grandi case editrici.

In Spagna, parallelamente,  nascono le produzioni di “nos otros somos los muertos” capeggiati da Max, già autore di El vibora.

In Svizzera Strapazin propone autori scelti da tutto il mondo, incoraggiando così gli autori nazionali a rimboccarsi le maniche, e i risultati non tardano ad arrivare.

In Italia la corrente pare non essersi mai interrotta e dagli anni Ottanta si passa al nuovo millennio senza soluzione di continuità. Blanco y Negro, Granata Press, Phoenix, Kappa edizioni, Black Velvet, Mano edizioni, Punto Zero, Coconino Press, sono alcuni marchi nati nella sola Bologna, per fare un esempio.

 

Ci si potrebbe soffermare a lungo su queste presenze editoriali: la mostra “Underground: Europa chiama America” organizzata dall’associazione culturale “Lindbergh” nasce proprio con l’intento di registrare e di portare in superficie il sommerso di questa realtà che oggi è finalmente reperibile e leggibile anche in lingua italiana.

Europa chiama America perché si è creato un filo comune che lega le case editrici indipendenti, quasi un legame di solidarietà che ha favorito scambi e circolazione dei materiali più diversi. Così David B dalla Francia sbarca in America. Seth dal Canada arriva in Italia. Francesca Ghermandi e Massimo Semerano vengono letti in lingua inglese. Leila Marzocchi e Igort in Giappone. Stefano Ricci e Andrea Bruno in Francia. Sono solo alcuni dei piccolissimi esempi che, fra tanti, testimoniano una vitalità che sembrava scomparsa nel tempo.

D’altra parte, anche l’editoria mainstream sembra oggi essersi risvegliata (Einaudi, Feltrinelli, Bompiani, Rizzoli, Mondadori, solo per citare qualcuno dei nostri, oppure Gallimard, Seuil, Casterman  e via dicendo in Francia) e prepara oggi le edizioni di numerosi autori di questo circuito indipendente.

La mostra “Underground: Europa chiama America” si divide nei due spazi espositivi della Salara di Bologna (via don Minzoni 18), struttura che già da tempo propone eventi legati al versante artistico e culturale. La prima sezione, curata da Igort, sarà dedicata alle tavole originali di autori europei e americani (Ricci, Ghermandi, Petrucci, Igort, Marzocchi, Bruno dall’Italia. Marti dalla Spagna. Leandros dalla Grecia, David B dalla Francia, Mazzucchelli dall’America), che hanno in comune una tendenza narrativa sviluppata attraverso la rilettura del “genere”.

In particolare l’utilizzo di atmosfere e stilemi legati al genere “noir” verrà raccontato da una nuova rivista semestrale, Black, edita da Coconino Press, il cui primo numero costituirà il catalogo di questa ampia sezione della mostra,  uno spazio che esporrà le decine, centinaia di pubblicazioni in cui l’editoria indipendente pare essersi sbizzarrita, formati e formule editoriali tra le più innovative e originali in cui nessuna tecnica di stampa o riproduzione (dalla serigrafia alla stampa a calco all’offset, al ritocco manuale) viene risparmiata. Ironizzando sull’idea di merchandising, proponendo idee grafiche e di packaging originali e coraggiose, con materiali capaci di rispecchiare questa idea di “non patinato” e non cosmetico in cui invece, tanto spesso, l’editoria mainstream pare inciampare.

 

Una seconda sezione della mostra, denominata “Ja! Comix”, curata da Paola Bristot, sarà dedicata in maniera specifica a fornire una panoramica sul fumetto d’autore proveniente da Germania e Svizzera e verrà accompagnata da un catalogo che raccoglie storie a fumetti in lingua tedesca e che porta lo stesso titolo, edita da Vivacomix, con prefazione della stessa Bristot e testo introduttivo di Hans Keller, redattore di Strapazin. Per chi ha già avuto modo di conoscere gli incubi descritti da Thomas Ott e l’espressionismo di Martin tom Dieck, già noti al pubblico italiano, non sarà difficile intuire le relazioni stilistiche ed espressive con gli altri autori presenti, dallo stile iperdecorativo di Attak a quello cannibalico di M.S. Bastian, capace di mostrare la sostanziale indifferenza di un luogo rispetto all’altro nel rutilante mondo metropolitano, dalle storie mitiche di Anke Feuchtenberger a quelle di Markus Huber, disegnate per un videoclip musicale.

 

 

Underground: Europa chiama America

Bologna, Salara,via don Minzoni 18, dal 6 aprile all’1 maggio 2001

Inaugurazione: venerdì 6 aprile ore 19

 

Ringraziando per l’attenzione, porgiamo distinti saluti

 

                                                                  Ufficio stampa “Associazione Lindbergh” - tel. 051325516