Comunicato stampa
UNDERGROUND: EUROPA CHIAMA AMERICA.
Mai come
negli ultimi anni, perlomeno dai lontani anni Sessanta, si è verificato un
risveglio dell’editoria indipendente, con proposte ricche e variegate, con
formule editoriali fantasiose e inedite. Il cosiddetto “underground” che caratterizzava
una editoria a fumetti (e non solo) capace di sfidare le regole del mainstream
oggi sembra risorgere. In America, Europa, perfino Asia (in Giappone, il corpus
di un’editoria tradizionalmente legata alla grande produzione di massa viene percorso dall’elettricità delle
riviste indipendenti di avanguardia riscuotendo un certo interesse
internazionale, parliamo di Garo o delle più recenti produzioni di Ax).
Ma anche in Europa la fiamma dell’editoria indipendente
pare soffiare più forte che in passato. Favorita senza dubbio dalla nascita di
una catena di librerie specializzate pronte a ospitare il fumetto di oggi con
le sue nuove strutture narrative a lungo respiro. Nasce il romanzo a fumetti, o
“graphic novel” come lo chiamano gli americani. E nasce quindi una diversa
attenzione al fumetto, la possibilità di raccontare in maniera differente, di
giungere al diario, al romanzo autobiografico, al reportage, al racconto
quotidiano e via dicendo. Diverse sfaccettature che ampliano la dimensione
narrativa e che riportano il libro a fumetti all’attenzione di un pubblico non
solamente adolescente.
In America e
Canada la situazione si è arricchita, negli ultimi quindici anni di produzioni
che fanno capo a due piccoli e agguerritissimi poli editoriali, Fantagraphics e
Drawn & Quarterly. Queste due realtà sono state capaci di alimentare una
vera e propria generazione di autori cresciuti sulle pagine di Raw Magazine
(edita dal premio Pulitzer Art Spiegelman, l’autore di Maus) rendendoli
accessibili a un pubblico desideroso di racconti e personaggi diversi dai
soliti eroi americani. Senza quasi
accorgercene siamo arrivati a una elaborazione di racconti preziosi e
sofisticatissimi, che in breve hanno conquistato un posto di prestigio nel
panorama internazionale. Cambiati i tempi sono mutate anche le tecniche di
distribuzione, non più la pionieristica diffusione “a mano” all’uscita della
metropolitana. Oggi esistono catene, come la Diamond, specializzate in questo genere di materiali. Parallelamente anche
in Europa, forse stimolati da questo fermento oppure anche seguendo il filo di
una ispirazione reale sono sorte realtà capaci di colmare le lacune di un
mercato sin troppo stagnante. Incoraggiate anche dal fatto che in Spagna El
Vibora e in Grecia Babel resistevano dagli anni Ottanta.
Nascono
quindi delle realtà nuove: L’association in Francia propone il lavoro di
autori che trovavano difficile inserimento nelle strutture editoriali
preesistenti. Sono autori che diventano editori, e la nostra storia editoriale
recente è fitta di questi esempi. Poi subito dopo fioriscono Cornelius,
Amok, Mosquito, Vertige e numerosissimi altri. Gli autori europei scoprono
che è possibile pensare al racconto in maniera meno convenzionale di quanto non
invitino a fare le grandi case editrici.
In Spagna,
parallelamente, nascono le produzioni
di “nos otros somos los muertos” capeggiati da Max, già autore di El vibora.
In Svizzera Strapazin
propone autori scelti da tutto il mondo, incoraggiando così gli autori
nazionali a rimboccarsi le maniche, e i risultati non tardano ad arrivare.
In Italia la
corrente pare non essersi mai interrotta e dagli anni Ottanta si passa al nuovo
millennio senza soluzione di continuità. Blanco y Negro, Granata Press,
Phoenix, Kappa edizioni, Black Velvet, Mano edizioni, Punto Zero, Coconino
Press, sono alcuni marchi nati nella sola Bologna, per fare un esempio.
Ci si
potrebbe soffermare a lungo su queste presenze editoriali: la mostra “Underground:
Europa chiama America” organizzata dall’associazione culturale “Lindbergh”
nasce proprio con l’intento di registrare e di portare in superficie il
sommerso di questa realtà che oggi è finalmente reperibile e leggibile anche in
lingua italiana.
Europa
chiama America perché si è creato un filo comune che lega le case editrici
indipendenti, quasi un legame di solidarietà che ha favorito scambi e
circolazione dei materiali più diversi. Così David B dalla Francia sbarca in
America. Seth dal Canada arriva in Italia. Francesca Ghermandi e Massimo
Semerano vengono letti in lingua inglese. Leila Marzocchi e Igort in Giappone.
Stefano Ricci e Andrea Bruno in Francia. Sono solo alcuni dei piccolissimi
esempi che, fra tanti, testimoniano una vitalità che sembrava scomparsa nel
tempo.
D’altra parte, anche l’editoria mainstream sembra oggi
essersi risvegliata (Einaudi, Feltrinelli, Bompiani, Rizzoli, Mondadori, solo
per citare qualcuno dei nostri, oppure Gallimard, Seuil, Casterman e via dicendo in Francia) e prepara oggi le
edizioni di numerosi autori di questo circuito indipendente.
La mostra “Underground: Europa chiama America” si divide nei due spazi espositivi della Salara di Bologna (via don Minzoni 18), struttura che già da tempo propone eventi legati al versante artistico e culturale. La prima sezione, curata da Igort, sarà dedicata alle tavole originali di autori europei e americani (Ricci, Ghermandi, Petrucci, Igort, Marzocchi, Bruno dall’Italia. Marti dalla Spagna. Leandros dalla Grecia, David B dalla Francia, Mazzucchelli dall’America), che hanno in comune una tendenza narrativa sviluppata attraverso la rilettura del “genere”.
In particolare l’utilizzo di atmosfere e stilemi legati al genere “noir” verrà raccontato da una nuova rivista semestrale, Black, edita da Coconino Press, il cui primo numero costituirà il catalogo di questa ampia sezione della mostra, uno spazio che esporrà le decine, centinaia di pubblicazioni in cui l’editoria indipendente pare essersi sbizzarrita, formati e formule editoriali tra le più innovative e originali in cui nessuna tecnica di stampa o riproduzione (dalla serigrafia alla stampa a calco all’offset, al ritocco manuale) viene risparmiata. Ironizzando sull’idea di merchandising, proponendo idee grafiche e di packaging originali e coraggiose, con materiali capaci di rispecchiare questa idea di “non patinato” e non cosmetico in cui invece, tanto spesso, l’editoria mainstream pare inciampare.
Una seconda sezione della mostra, denominata “Ja! Comix”, curata da Paola Bristot, sarà dedicata in maniera specifica a fornire una panoramica sul fumetto d’autore proveniente da Germania e Svizzera e verrà accompagnata da un catalogo che raccoglie storie a fumetti in lingua tedesca e che porta lo stesso titolo, edita da Vivacomix, con prefazione della stessa Bristot e testo introduttivo di Hans Keller, redattore di Strapazin. Per chi ha già avuto modo di conoscere gli incubi descritti da Thomas Ott e l’espressionismo di Martin tom Dieck, già noti al pubblico italiano, non sarà difficile intuire le relazioni stilistiche ed espressive con gli altri autori presenti, dallo stile iperdecorativo di Attak a quello cannibalico di M.S. Bastian, capace di mostrare la sostanziale indifferenza di un luogo rispetto all’altro nel rutilante mondo metropolitano, dalle storie mitiche di Anke Feuchtenberger a quelle di Markus Huber, disegnate per un videoclip musicale.
Bologna, Salara,via don Minzoni 18, dal 6
aprile all’1 maggio 2001
Inaugurazione: venerdì 6 aprile ore 19
Ringraziando per l’attenzione, porgiamo distinti saluti
Ufficio stampa “Associazione Lindbergh” - tel. 051325516