Dupuy-Berberian, Il signor Jean – la teoria dei “singles”

pp. 128, B., b/n, £.14.500

Edizioni Lizard, collana tascabili, ottobre 2000

 

 

Recensione di Alberto Conte

 

 

In amore non bisogna mai trascurare i calzini. Questa battuta introduce e definisce Felix, amico di Jean, giovane in crisi d’identità e rancoroso pontificatore sui mali della società contemporanea. E’ nel bene e, soprattutto, nel male del Nostro, il co-protagonista del volume sopracitato.

I due autori continuano a delineare il ritratto della categoria dei trentenni all’alba del terzo millennio, dipingendoli con attenzione ed ironia: le brevi storie offrono uno spaccato di vita quotidiana, all’insegna di un ottimismo di fondo. Rispetto al precedente volume, però, Prima le donne e i bambini edito in Italia da Macchia Nera, si possono notare diversi mutamenti, sia formali che contenutistici.

Appare innanzitutto opera più corale, dove gli amici di Jean e le altre persone che ruotano intorno alla figura del giovane scrittore, apportano un significativo contributo con il loro vissuto, fornendo divertenti spunti di riflessione sul difficile mestiere del barcamenarsi quotidiano. La carriera artistica di Jean è proseguita e fa ormai coppia fissa con Cathy, lasciando a Felix il compito di scorrazzare nevrotico per le pagine. Salvo poi partecipare a feste noiosissime, subire le performance erotiche dei vicini, nonché essere perseguitato nei sogni da un surreale trio di sicari, che sembrano usciti da Pulp fiction rivisitato da Woody Allen.

La scelta della tecnica grafica infine, in questo caso affidata ad un bianco e nero pastoso, grazie ad un uso sapiente del carboncino. Il tratto è veloce e accattivante. I personaggi sono sintetizzati ma espressivi, rendendo la lettura scorrevole fino all’happy ending, che giunge ancora una volta piacevolmente naturale, riconciliando il Nostro con il logorio della vita moderna.